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Comunismo e Brigate Rosse. Perché il Comunismo ha fallito

Creato il 01 settembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Comunismo e Brigate Rosse. Perché il Comunismo ha fallitoComunismo e Brigate Rosse
Perché il Comunismo ha fallito

di Iannozzi Giuseppe

Il fallimento del comunismo è da imputarsi, in primis, a Marx ed Engels, i quali nelle loro dottrine non negarono mai la prospettiva della dittatura, dell’uso della violenza, della censura, nonché della guerra (civile). Il neonato comunismo, secondo Churchill, doveva essere soffocato nella culla. Non è accaduto purtroppo, come ben sappiamo. In breve il comunismo applicò a sé stesso modelli dittatoriali e repressivi uguali a quelli del nazifascismo: il risultato più evidente è allarmante si è concretizzato per mezzo dello stalinismo.
Bertrand Russell sintetizzò che “il comunismo, almeno quello nella forma portata avanti dal governo sovietico e dal Partito Comunista, è un nuovo sistema di precetti dogmatici particolarmente violenti e oppressivi”; e in Il problema della Cina: “I nove decimi delle attività di un governo moderno sono dannose; dunque, peggio son svolte, meglio è”; ed ancora: “La società di oggi tende al formicaio. Lo Stato non si pone più come un assoluto di fronte ai singoli e ai gruppi: è semplicemente lo strumento amministrativo della società stessa. (Hegel aveva presagito qualcosa del genere con l’idea dello «Stato etico»). Perciò lo Stato da una parte è totalitario (ripeto qualsiasi ne sia la struttura istituzionale), ma d’altra parte è sconsacrato”. Russell sosteneva inoltre che il comunismo fosse innaturale, in quanto alla sua base c’era sì una ricerca della giustizia, ma non era assolutamente tollerabile che il prezzo da pagare fosse l’imprigionamento del pensiero individuale.

Il fallimento del comunismo, la sua maniacale dedizione alla censura e all’uso sistematico della violenza, ha portato al suo collasso; e in Italia il collasso si è purtroppo espresso attraverso la nascita delle Brigate Rosse, del terrorismo di Alberto Franceschini, Renato Curcio e Margherita Cagol.

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