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Con «Annozero», Santoro e Masi tornano i duellanti (megalomani)

Creato il 24 settembre 2010 da Iltelevisionario

Con «Annozero», Santoro e Masi  tornano i duellanti (megalomani)

Ci risiamo, è tornato Santoro e subito ha scatenato una tempesta in un bicchier d’acqua. Forse non era una vera tempesta, forse non era nemmeno acqua e forse il bicchiere era quello della staffa, ma insomma l’ardita metafora dei bicchieri con cui Santoro ha imbastito la predica per il suo ritorno in video non era delle più lucide. In passato ha fatto di meglio: «La cosa più importante a cui dovremmo tendere è che nei negozi ci siano bicchieri di tutti i tipi, sennò saremmo in un regime comunista… Viene qualcuno che vi dice i bicchieri che producete possono essere messi in commercio solo se hanno il marchio “libertà” ma devono averlo ex ante. Che gli direste? Gli direste: ma vaffanbicchiere!».

Eppure Michele Santoro dovrebbe accendere un cero a Mauro Masi. La testardaggine con cui il direttore generale della Rai vuol chiudere la bocca al conduttore ottiene ogni volta l’effetto contrario, quello di trasformare Santoro in un martire. Che ha buon gioco a gridare al mobbing, a scaldare gli animi del «suo» popolo («Berlusconi non sopporta molto quelli che gli stanno in piedi davanti, come Gianfranco Fini»), a ricordare gli utili che fa guadagnare all’azienda. Quello tra Santoro e Masi è uno scontro fra due megalomani: l’uno si crede l’incarnazione della libertà d’espressione, l’altro, che fino a poco tempo fa non sapeva nulla di tv, il padrone assoluto del Servizio pubblico; l’uno fa arrabbiare i partiti di governo («So che vi sto antipatico»), l’altro per non essere da meno, fa arrabbiare l’opposizione (che lo ritiene un liberticida) e la maggioranza (che lo ritiene incapace di far fuori i Ruffini, i Santoro, le Dandini… Massì, forse lo scalpo della Dandini se lo porta a casa).

Si discuteva del caso Fini e di altro. Vari ospiti politici (Bocchino, Castelli, Di Pietro) e un grande assente, il signor Contraddittorio. Che è l’ultima fissa di Masi: «Annozero andrà in onda se rispetterà il contraddittorio». Quanto a Travaglio «il suo spazio, così come strutturato, non consente un adeguato contraddittorio». Ma cos’è questo contraddittorio? Il nuovo format della democrazia? Il «tin» e il «ten» del suono dei bicchieri trasferito nel confronto politico? Di solito, in tv, il contraddittorio si risolve in liti, urla, insulti, in una squallida parodia del pluralismo. Ogni programma ha diritto di strutturarsi secondo un progetto retorico e drammaturgico: a Santoro si oppone un altro Santoro, punto e basta. Il contraddittorio è un principio fondamentale della giustizia (audiatur et altera pars, si ascolti anche l’altra parte) non della tv. Il vero timore è che la Rai stia affogando in un bicchiere della più bell’acqua.

[di Aldo Grasso - Corriere della Sera]



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