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Con Borges, il rimorso per qualsiasi morte

Creato il 10 dicembre 2010 da Paciampi
Riflettendo sul tempo, riflettendo sui crimini e i furti della Storia (sì, proprio la storia dei libri di testo), riflettendo su un libro così importante che è un pezzo che su di esso non riesco a scrivere nemmeno una riga (Gli scomparsi di Daniel Mendelsohn), oggi l'onda di un ricordo mi ha sospinto di nuovo verso le poesie di Jorge Luis Borges. Questa in particolare: Rimorso per qualsiasi morte. Una poesia su cui fa bene meditare.
Con Borges, il rimorso per qualsiasi morte
Libero dalla memoria e dalla speranza,
illimitato, astratto, quasi futuro,
il morto non è un morto: è la morte.
Come il Dio dei mistici,
al Quale si devono rifiutare tutti i predicati,
il morto ubiquamente estraneo
non è che la perdizione e assenza del mondo.
Tutto gli abbiamo rubato,
non gli abbiamo lasciato né un colore né una sillaba:
qui è il patio che non condividono più i suoi occhi,
là è il marciapiede dove fu in agguato la sua speranza.
Perfino ciò che pensiamo
potrebbe stare pensandolo anche lui;
ci siamo spartiti come ladri
il flusso delle notti e dei giorni

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