Secondo meeting scientifico per la missione CHEOPS a Venezia, una piccola missione dell’ESA, come è stata classificata nell’ambito della Cosmic Vision 2015-2025 e che prenderà il via nel 2017.
A Isabella Pagano, coordinatrice INAF sia della missione CHEOPS che di PLATO, chiediamo di spiegarci quale sarà l’obiettivo della prima.
CHEOPS avrà il primario obiettivo di misurare il raggio di pianeti extra sistema solare di cui conosciamo la massa. Un obbiettivo stringente ma di fondamentale importanza, perché solo avendo massa e dimensioni possiamo determinare come siano fatti, se siano simili alla Terra e quindi adatti, ad esempio, all’abitabilità.
Qual è il ruolo italiano?
Dal punto di vista tecnologico l’Italia è responsabile del disegno ottico del telescopio e della realizzazione delle parti ottiche e dell’integrazione e test del telescopio, attività, quest’ultima, che sarà svolta da un’industria, a breve sapremo quale, selezionata dall’Agenzia Spazilae Italiana che co-finanzia la missione in Italia.
E dal punto di vista scientifico?
Noi stiamo valutando tutte le possibili sinergie che possiamo mettere in campo per avvalerci al meglio di CHEOPS. Ad esempio uno studio congiunto con HARPS-N (N sta per Nord, ossia che opera all’emisfero settentrionale, contrariamente allo strumento HARPS dell’ESO che opera in quello meridionale, ndr) al Telescopio Nazionale Galileo (TNG). Da questo studio congiunto speriamo di individuare pianeti di cui conosciamo la massa per poi affidare a CHEOPS la rilevazione del raggio e quindi della struttura interna e della possibile presenza di atmosfera . Ma anche la missione GAIA offrirà a CHEOPS molteplici informazioni per fare al meglio il proprio lavoro.
Quale esperta nel settore della ricerca di esopianeti, sa dirmi cosa ci riserva il futuro?
L’ESA ha fatto un notevole investimento nel settore. Alla missione CHEOPS ha affiancato una missione di classe media come PLATO, che prenderà il via nel 2024. Che avrà un compito importante, trovare sistemi simili al nostro sistema solare, cosa che al momento non siamo stati in grado di fare. La missione Plato ce ne offrirà l’opportunità. Saremo in grado di realizzare uno studio statistico di quei sistemi, individuarne masse e dimensioni, oltre che età. Un lavoro importante e impegnativo che ci occuperà per i prossimi venti anni.
Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani