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Con chi studi, come studi?

Da Maestrarosalba
Con chi studi, come studi? Spesso abbiamo affrontato l'argomento "interrogazioni", indicando quali strategie possiamo suggerire a scuola per insegnare a organizzare un semplice discorso: le mappe, la ripetizione dei contenuti in parole semplici con l'utilizzo delle parole-chiave. Avendo cominciato, già lo scorso anno, a parlare di interrogazioni con gli alunni di quarta e quest'anno con quelli di terza, mi sono resa conto che non è un'impresa impossibile riuscire insegnare ai bambini a riferire e raccontare i contenuti oggetto di studio, facendo in modo che quest'impegno diventi piacevole e gratificante.  E' evidente che non possiamo pensare di avere una classe omogeneamente capace di far ciò, sicuramente però possiamo arrivare a coinvolgere un cospicuo numero di alunni.
Il primo passo: la spiegazione (tradizionale?) Il primo "trucco" a scuola è rendere quei contenuti appetibili e in concorrenza con le mille cose, a volte più accattivanti, che circondano i bambini.  Intanto trasmettendo la nostra stessa passione (e mi pare che ce ne sia tantissima ancora), poi evitando accuratamente la semplice spiegazione verbale. Il racconto dei fatti deve essere breve e vivace. Io per esempio mentre faccio i lavori di casa mi preparo mentalmente al racconto che farò a scuola, se serve mi cerco le informazioni (anche su internet) e cerco un legame con la realtà, attualizzando i concetti.  Dopo il racconto e la lettura sul libro, attivo la parte pratica facendo scrivere qualche appunto, a questa età i bambini devono esercitarsi tantissimo nello scrivere, e domandando continuamente  cosa ne pensano, cosa hanno capito e di ripetere ciò che hanno memorizzato in quel momento.  A corredo di questo lavoro e per spezzare il ritmo, ritagliamo e incolliamo le immagini sul quaderno o costruiamo  la mappa del contenuto. Il passaggio dal libro, dal racconto mio, alle loro parole e al quaderno è continuo. Non è una spiegazione in linea diretta ma su linee intrecciate, che cattura l'interesse di tutti e soprattutto tiene tutti continuamente impegnati. Ovviamente non per tutti i risultati sono gli stessi, e non si può pretendere che lo siano.
Incamerare le informazioni Quando andiamo alla fase di verifica chiedo a ciascun bambino di ripetere l'informazione che è riuscito a conservare, di riferire ai compagni come ha studiato, si avete letto bene come ha studiato: come ha raggiunto il risultato, con chi e che metodo ha usato. Più che alla ripetizione dei contenuti, occorre  porre l'accento al metodo di studio. Alla domanda "come hai fatto a memorizzare" la maggior parte dei bambini risponde di aver riletto, utilizzato le parole chiave o la mappa per fare il discorso, altri ancora si  ricostruiscono  una sorta di appunti  e soprattutto, quelli più sicuri nell'esposizione, rispondono di essersi fatti ascoltare da un adulto.
L'ascolto dell'adulto serve a dare importanza alla fatica nello studio del bambino. Ai bambini piace essere ascoltati mentre ripetono, ed è proprio questo il compito della famiglia nel sostenerli nell'apprendere i contenuti: ascoltarli ripetere, costruire la frase, magari suggerire i sinonimi, aiutarli a costruire la frase.  Non contano esclusivamente il numero delle parole o dei concetti, ma la sicurezza, la capacità di riferire ad altri ciò che si conosce, superando la comunicazione istintiva di questa età, per passare alla comunicazione organizzata, mirata verso uno scopo: far capire ad altri di sapere e di aver capito. Sono ancora tanti i bambini che non vengono ascoltati in questa fase, per mancanza di tempo, perché è un lavoro noioso, semplicemente perchè si è stanchi.  E loro raccontano così: mia mamma mi ascolta mentre cucina, il papà mi ascolta dopo che torna da lavoro. Molti altri lo fanno con i fratelli più grandi. Va bene tutto purché li si ascolti.
E voi che esperienza avete da genitori o da insegnanti sullo studio a casa? © Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.

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