Questa è la domanda che mi viene più spesso fatta quando i miei colleghi sentono parlare di VoIP.
La risposta, secca anche se non del tutto vera, è NO.
Capiamo perché. Le telefonate da/verso numeri geografici (i telefoni che abbiamo in casa, quelli con il “doppino”) devono essere veicolate da operatori telefonici che si preoccupano di creare e gestire l’infrastruttura, chiedendo un corrispettivo per l’uso.
Tra le varie compagnie telefoniche, in testa la Telecom Italia, ci sono accordi per l’uso delle rispettive reti, che -come la rete Internet- sono identificate da prefissi e numerazioni. Pertanto, quando da un apparecchio telefonico tradizionale o digitale (VoIP, Skype…) chiamiamo un altro numero geografico, la telefonata passa comunque attraverso queste infrastrutture e deve essere pagato un corrispettivo, a seconda del contratto e degli accordi tra le compagnie.
Con lo sviluppo della tecnologia VoIP, però, sono nati tanti operatori nativi VoIP che permettono di chiamare a tariffe estremamente convenienti rispetto agli operatori tradizionali: qui è già possibile identificare un risparmio.
Inoltre, i vantaggi di una infrastruttura VoIP sono molteplici: prima di tutto i servizi che si possono fornire all’utenza sono molteplici. Inoltre, essendo i telefono VoIP dei dispositivi informatici, è possibile avere un feedback sulla linea e sullo stato stesso dell’apparecchio, semplificando tantissimo la diagnosi dei problemi.
Per finire, soprattutto per strutture molto grandi dove tra permutatori e scatole di derivazione ci sono km e km di doppini, vi è l’estrema semplicità di installazione e di spostamento: è sufficiente una presa di rete, spesso la stessa del PC, per avere già pronto il telefono!
La differenza è che la spesa di un sistema telefonico tradizionale è incentrata sul centralino e relativa manutenzione. Su un sistema VoIP, gran parte della spesa è nell’acquisto dei terminali, ove necessari: nel caso l’utenza possa sfruttare il proprio PC ed un software “softphone“, i costi sono veramente bassi.
Prendiamo ad esempio un contesto universitario, come quello dove lavoro.
Attualmente il sistema telefonico in uso, basato su 16 centrali Ericsson MD110, comporta costi di manutenzione abbastanza alti: ogni volta che si guasta una scheda, tra intervento e materiale, ci vuole circa 800-1000€. E purtroppo capita abbastanza di frequente, soprattutto con un tale numero di LIM (così si chiamato le centrali MD110) !
Inoltre ogni volta che un collega cambia ufficio è necessario effettuare la permuta (nel migliore dei casi, ove la presa sia già installata) se non proprio l’installazione sia di presa che stesa del doppino telefonico fino alla scatola di derivazione o alla centrale: un discreto costo anche solo di tempo-uomo !
Nel caso di un contesto full-VoIP, una volta effettuato l’investimento dei telefoni, essendo la centrale VoIP basata su software libero (es. OpenSips) e sfruttando l’esistente infrastruttura informatica e servers già in dotazione all’Ateneo (niente centralini in giro…), si abbattono notevolmente i costi di manutenzione delle centrali e si azzerano i costi dovuti ai trasferimenti: il collega semplicemente stacca il telefono e lo riattacca sulla nuova scrivania, minimizzando anche il disagio del trasferimento.
Sfatiamo oltretutto il mito che le telefonate VoIP siano gratuite: VoIP non è Skype, ed anche Skype costa quando chiamate un numero geografico ! Pertanto, a meno di non chiamare un altro telefono VoIP attraverso la rete (sfruttando il protocollo E.164, ad esempio), i costi di traffico sussistono.
Concludendo, a seconda del contesto una soluzione VoIP può portare ad un notevole risparmio, anche se non direttamente collegato al costo del traffico telefonico.
Nella foto: una centrale MD110 aperta
About Michele Pinassi
Nato a Siena nel 1978, dopo aver conseguito il diploma in "Elettronica e Telecomunicazioni" e la laurea in "Storia, Tradizione e Innovazione", attualmente è Responsabile del Sistema telefonico di Ateneo presso l'Università degli Studi di Siena. Utilizza quasi esclusivamente software libero. Dal 2006 si occupa di politica locale e alle amministrative del 2013 viene eletto Consigliere Comunale del Movimento Siena 5 Stelle.
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