I doppi sensi si sprecano. Però se una persona trova un piccolo pennuto annaspante sul marciapiede, lo prende con sé e cerca di trovargli una collocazione migliore, quella persona ha un uccello in mano. Nella fattispecie quella persona ero io. In realtà il primo ad averlo visto è stato Anacleto ma l’ho raccolto io, un piiiiiiiiccolo passerottino non completamente abilitato al volo. Dove metterlo? Eh, bella domanda. Il giardino dell’università brulica di gatti e dove non ci sono i malefici felini stamattina irrigavano. Di che morte farlo morire? Magnato da un micio o annegato? Per fortuna mi è venuto in mente che nel cortiletto interno di economia i gatti non ci vanno e avevano già irrigato, per cui dopo mezz’ora (durante la quale io avevo sempre l’uccello in mano, un’emozione che non provavo da secoli) l’ho lasciato in un’aiuola verde e cespugliosa. Oh se è morto mi dispiace, ma io più di così non sapevo cosa fare. Ahimè i piccoli pennuti quando cascano dai nidi o quando si avventurano, senza saper volare, nel mondo reale hanno vita breve, spero di avergliela allungata.
A guisa del post, un video poetico comico.