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Con le primarie del centrosinistra abbiamo assaggiato il regime mediatico che ci aspetta

Creato il 27 novembre 2012 da Iljester

Con le primarie del centrosinistra abbiamo assaggiato il regime mediatico che ci aspettaQualcuno inizierà ad avere nostalgia del berlusconismo: però non si stava poi così male quando lo “psiconano” (termine grillino) era al Governo… Forse, tra uno scandalo giudiziario e un festino ad Arcore, si respirava maggiore aria di libertà… Magari, con Minzolini al Tg1 e Fede al Tg4, l’informazione non era poi così di regime… Probabile che Santoro fuori dalla Rai abbia reso la Rai migliore…

Insomma, questi i possibili pensieri di chi sarà destinato a toccare con mano che significhi cadere nelle mani degli ex-post-comunisti, oggi democratici di comodo, ma fino a ieri i più grandi detrattori della democrazia.

Con le primarie del centrosinistra abbiamo assaggiato il regime mediatico che ci aspetta

Un assaggio lo abbiamo avuto in questi giorni con la storia delle primarie. È stato sufficiente passare da Minzolini a Maccari, perché il Tg1 trasmettesse costantemente informazioni sulle primarie del centrosinistra, neanche fossero le primarie americane. Per non parlare poi del Tg3, che ha dedicato persino uno speciale a questo “grande” evento “democratico”. Non ho visto il Tg2, ma è quasi certo che non si sarà discostato dalla qualità dell’informazione della Rai “post-berlusconiana”.

Se questa è la prospettiva per i prossimi quatto o cinque anni, la situazione per la libertà dell’informazione pubblica nel nostro paese è destinata a peggiorare. Se già da una parte abbiamo un giornalista non allineato ai salotti radical chic (Sallusti) recluso per una diffamazione (roba che solo in Cina accade), dall’altra non mancano i lacchè di regime pronti a prendersi (o se vogliamo riprendersi) l’informazione pubblica e addomesticarla a loro completo vantaggio. Il tutto in un perfetto silenzio mediatico. Perché se faceva “scandalo” l’editoriale non allineato a sinistra di Minzolini, nessuno ha da ridire se i tiggì pubblici dedicano ampio spazio e speciali alle primarie del PD e ai suoi esponenti.

La prospettiva, per la libertà di (farsi un’)opinione e per noi che non abbiamo i cervelli otturati dall’informazione corretta dai giornalisti di regime (troppo spesso fatti passare essi stessi per “giornalisti liberi”), a questo punto non sarà affatto rosea. Sarà rossa. E sarà falce e martello.

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