Con le "protesi tecnologiche" l'uomo sta disimparando

Creato il 17 settembre 2010 da Estropico
Un articolo interessante che non svela nulla di nuovo, ma fa riflettere quanti come me non sono ottimisti come Kurzweil. Si tratta di una breve intervista al professor Marco Schaerf, docente all'Università La Sapienza di Roma e vicepresidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale nel quale, l'intervistato, sostiene che dovremmo un po' "disabituarci" all'uso massiccio delle estensioni tecnologiche di cui facciamo largo impiego. Riporto qualche frase significativa (tra parentesi le mie aggiunte):
Prendete i sistemi Abs sulle auto. Solitamente diciamo di non voler delegare alle macchine decisioni importanti che toccano la nostra vita, ma, quando premiamo bruscamente sul freno, l’antibloccaggio fa il contrario di quello che gli ordiniamo. Così diminuisce i rischi di perdita di controllo della vettura, ma in pratica ci disobbedisce. (Non parlerei di disobbedienza essendo il sistema creato appositamente per fare questo. L'intelligenza umana usa un apparato tecnologico per evitare che un altro essere umano compia un errore; inoltre la mancanza di queste "protesi tecnologiche" produrrebbe oggi, effetti negativi incalcolabili.)
L'uomo, anche per pigrizia, tende a delegare alle macchine compiti che potrebbe svolgere bene da solo. Quando sono nate le calcolatrici, ci siamo affidati ad esse persino per calcoli banali e oggi non sappiamo più far di conto come i nostri nonni. E’ da questa tendenza che dobbiamo guardarci. Mentre ci sono macchine che imparano da sole, l'uomo sta poco a poco disimparando. (Ritengo che quest'abitudine sia soggettiva; personalmente non faccio grande uso della calcolatrice se non per conti complessi, ma se anche la utilizzassi spesso bisogna riconoscere che siamo stimolati da altri fattori che non portano a disabituarci a compiere azioni quotidiane: semplicemente ne facciamo altre rispetto al passato.)
Qui la versione integrale.
Bruno Lenzi

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