No, nessun fotomontaggio. Queste due copertine di Libero sono vere, così come sono uscite in edicola. Nella prima, datata sabato 23 luglio, all’indomani del tragico massacro di Oslo, la fascia appena sotto il titolo recita “Con l’Islam il buonismo non paga“. Quella a sinistra, invece, riproduce la prima pagina del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro di domenica 24 luglio, a 48 ore dalla strage: “Ha ucciso 100 norvegesi perché odia gli islamici“. Una bella differenza, no?
Scuse ai lettori e ai detrattori per il clamoroso abbaglio? Nemmeno per sogno: “Abbiamo scritto che la responsabilità della tragedia del Nord Europa ricadeva sui fanatici di Allah perché tutto lo faceva pensare“, scrive il direttore nell’editoriale odierno, e “abbiamo offerto una lettura sbagliata, ma con qualche ragione“.
Peccato che già alcuni lanci di agenzia, prima delle 20 di venerdì sera – dunque abbondantemente entro il limite massimo di “chiusura” dell’edizione di qualsiasi quotidiano cartaceo -, mettessero in discussione la matrice islamica della carneficina, riducendola al rango di una semplice ipotesi iniziale.
Non un dietrofront definitivo, certo, ma da inserire nel contesto di una ancora confusa ricostruzione nelle prime ore post-attentato; insomma, però, se non altro quanto bastava per permettere alle redazioni di correggere il tiro per tempo e farsi venire almeno qualche dubbio, a meno di non voler proseguire imperterriti sulla strada di una tesi precostituita da dimostrare a ogni costo. E nei confronti di Libero, a quanto pare, in certi casi il buonismo davvero non paga.