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Con Luca Enoch: Dragonero, Bonelli ritorna al fumetto seriale

Creato il 22 gennaio 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Ripresentiamo questa intervista rilasciata a fine 2010, dopo l’annuncio del rilancio di Dragonero, fantasy creato da e per Sergio Bonelli Editore come Romanzo a fumetti nel 2007, come serie mensile non a termine. Allora, quando Saguaro ancora non era stato annunciato, si presentava come il primo esempio di un ritorno al seriale senza un limite di uscite dell’editore milanese.

 

La notizia trapelata in seguito alla richiesta di un nostro lettore ha lasciato piuttosto sorpresi anche gli stessi fan di Dragonero, c

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È una cosa che bolliva in pentola da tempo. StefanoVietti e io lavoriamo al progetto di una serie fantasy mensile da prima di Gea. Avremmo dovuto proporre la cosa a Bonelli più di dieci anni fa ma arrivò come fulmine a ciel sereno la proposta dell’editore per una serie interamente gestita da me; nacque Gea e Dragonero venne riposto nel cassetto, in attesa di tempi migliori. Poi fu il momento del romanzo a fumetti e ora, finalmente, è giunto quello della serie.

Sarà una miniserie come le ultime proposte dell’editore milanese o una serie “infinita”?
Questa sarà una canonica serie mensile, “infinita”, almeno fino a quando ce lo consentirà il mercato.

Quindi sarà della prima nuova serie non limitata da anni a questa parte, una notizia “epocale” se vogliamo.
Si tratta di fasi ricorrenti. Tempo fa furono varate molte serie nuove e in Bonelli in seguito sentirono l’esigenza di provare nuovi formati editoriale, tra cui le miniserie e la serie “d’autore”, come Gea.
Ora, forse, è semplicemente tornato il momento delle serie “classiche”.

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disegni di Giuseppe Matteoni tratti dal Romanzo a fumetti di Dragonero

Questo può rappresentare anche un segnale per tutto il mondo del fumetto, un atteggiamento maggiormente ottimistico e propositivo?

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Dipende da che angolazione lo si guarda. I detrattori diranno che si tratta di un ritorno al passato, che l’editore non ha più voglia di sperimentare, che si rifugia nei triti e muffi formati editoriali che gli danno sicurezza. Per me si tratta invece di un chiaro e sano segnale di vitalità della casa editrice e questo è un buon segnale per il mondo del fumetto italiano.

Questo cambiamento è dovuto anche all’abbandono del formato “Romanzo a Fumetti”? Da quanto si dice, a Sergio Bonelli non è mai piaciuto molto…
Bonelli predilige il racconto seriale, con un protagonista definito e chiaramente riconoscibile, non lo ha mai nascosto; del resto, questa è la formula editoriale che ha fatto la fortuna della casa editrice e che piace di più ai lettori. Io sono al lavoro su Lilith, la mia seconda serie “a termine” dopo Gea, ma il genere fantasy, che finora mancava in casa editrice, si presta magnificamente alla narrazione seriale senza limiti, proprio per l’infinità di situazioni avventurose che permette di creare e per la possibilità che offre di sviluppare nel lungo periodo un mondo narrativo. Un po’ come la fantascienza stellare alla Star Trek.

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Lo stesso Sergio Bonelli, nel presentare la graphic novel dedicata a Dragonero, non si disse esattamente entusiasta dei prodotti fantasy. Cosa gli ha fatto cambiare idea per darvi il lasciapassare per proseguire questa avventura?
L’abbiamo preso per sfinimento?
Più probabilmente, dopo i coraggiosi esperimenti con le miniserie e le storie one shot, esperimenti che mi auguro continuino a lungo, ha voluto tornare a produrre nuove serie classiche, provando qualcosa di veramente nuovo – per la Bonelli – come il fantasy tradizionale. Inoltre Dragonero si è comportato molto bene in quanto a vendite… E’ stato apprezzato in Italia e all’estero. Infine, Stefano ed io in questi anni abbiamo costruito un dossier narrativo davvero corposo e raccolto moltissime idee che era forse davvero un peccato lasciare nel cassetto.

Hai parlato di buon successo all’estero: la distribuzione ha interessato anche mercati non abitualmente battuti dalla Bonelli Editore?
Il primo Dragonero è stato venduto in molti paesi europei, negli Stati Uniti e anche in Giappone (credo nella versione inglese). Il formato “one shot” e il genere fantasy puro sono sicuramente stati due elementi che lo hanno reso interessante per il mercato estero.

Il fantasy, rispetto alla fantascienza, genere spesso utilizzato come tramite per critiche sociali, mi ha sempre dato l’impressione di essere più distaccato dall’oggi, una fuga dal presente più che una sua analisi trasposta. Conoscendo la tua attenzione verso il sociale e la storia risulta difficile pensare a Dragonero come una serie unicamente d’intrattenimento. Le storie saranno anche veicolo per parlare d’altro, della nostra realtà?
Quante chiavi di lettura si possono trovare ne “Il signore degli anelli”? Se lo si vuole leggere come una trasposizione moderna di miti classici nordeuropei ci si diverte lo stesso, ma non si può certo dire che sia tutto lì. Col fantasy, esattamente come con la SF si può raccontare puntualmente la società umana di ogni epoca.

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Immagini che tu e Vietti siate attenti lettori di fantasy, un genere che si è rivitalizzato anche per il successo cinematografico, appunto, de Il signore degli anelli. Quali sono le letture che vi accompagnano in questa fase di definizione della serie?
Per quanto mi riguarda Neil Gaiman con il suo strepitoso “Nessundove”, i formidabili romanzi del Mondo Disco di Terry Pratchett e l’epocale saga delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R. R. Martin che, tra l’altro, sono riuscito a contattare  personalmente dopo aver illustrato l’edizione italiana del suo “Il drago di ghiaccio”.

Anche in Italia abbiamo avuto negli ultimi anni esempi di nuovi autori fantasy come Andrea D’Angelo, Licia Troisi, Pierdomenico Baccalario, Francesco Falconi e altri. Cosa pensi del loro stile e dell’importanza di avere autori italiani “di genere”?
Confesso con vergogna di non essere lettore di fantasy nostrano :-(.

Con Luca Enoch: Dragonero, Bonelli ritorna al fumetto seriale> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="89" width="497" alt="Con Luca Enoch: Dragonero, Bonelli ritorna al fumetto seriale >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-24038" />
Il fantasy è legato indissolubilmente al gioco di ruolo, da Dungeouns & Dragons in poi. Siete (o siete stati) giocatori? Ci sono aspetti della narrazione-ludica del gdr che vi sono serviti per definire storie, toni e stile di Dragonero?
Io no, Stefano invece sì.
Paradossalmente la struttura “ a crescita” del protagonista tipica dei giochi di ruolo mi è stata utilissima per impostare l’evoluzione del personaggio di “Gea” che incomincia come combattente di livello 0 e nel corso delle sue missioni acquista punti, conoscenza e capacità.

Con Luca Enoch: Dragonero, Bonelli ritorna al fumetto seriale> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="433" width="201" alt="Con Luca Enoch: Dragonero, Bonelli ritorna al fumetto seriale >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-24037" />In questi giorni state definendo lo staff della serie, puoi anticiparci qualche nome? Chi vi affiancherà in questa nuova avventura?
Non possiamo, ci dispiace, ma siamo in piena fase di pre-selezione. Abbiamo individuato un buon numero di disegnatori il cui tratto ci è sembrato molto promettente e abbiamo sottoposto loro delle tavole di prova; una volta realizzate, passeremo alla selezione finale in  modo da avere un numero sufficiente di disegnatori per far partire la serie. Potremo sbottonarci in primavera, quando i disegnatori selezionati inizieranno a lavorare.

Pensate di mantenere un certo stile grafico omogeneo oppure non è questo uno degli elementi di selezione dei disegnatori?
Giuseppe Matteoni
sarà il disegnatore “ufficiale” della serie, avendo realizzato il Romanzo e la storia che occuperà i primi tre albi della serie mensile. Quello di Giuseppe sarà lo stile di riferimento per i vari disegnatori, fermo restando il loro tratto personale.

Ci saranno dei cambiamento nel cast dei personaggi della storia? E più in generale, come sarà articolata la serie?
La “compagnia” iniziale sarà quella che abbiamo lasciato alla fine del Romanzo: Ian, Gmor, Sera, Alben e Myrva. Man mano si aggiungeranno altri comprimari, che si alterneranno tra loro nell’affiancare i nostri eroi nelle loro tribolazioni. Naturalmente, ragionando ora come un progetto seriale, i rapporti tra i personaggi diverranno più sfaccettati e a ciascuno sarà dedicato il giusto spazio, senza però dimenticare che il protagonista è Ian.

I primi tre albi saranno un’unica avventura, come “esplosione” del preventivato volume unico. Anche il resto della serie si svilupperà per micro-saghe piuttosto che singoli albi? Il fantasy classico con la struttura delle “quest” sembra adatto a questo genere di struttura…
Per il primo anno le storie saranno autoconclusive, con una continuity minima, per rodare la serie, presentare per bene le ambientazioni ricorrenti e delineare in modo compiuto i vari comprimari, vecchi e nuovi. Per il dopo, abbiamo già in mente storie più estese, da due/tre albi al massimo, in cui far affrontare ai nostri viaggi perigliosi e portarli in lande sconosciute.
Già mi lecco i baffi… :-P

Le immagini che accompagnano l’intervista sono di Giuseppe Matteoni, che ci ha concesso un disegno inedito e gli studi del personaggio di Ian che vedete qua sotto.

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Riferimenti:

Sergio Bonelli Editore: www.sergiobonellieditore.it

Luca Enoch, il blog: lucaenoch.ilcannocchiale.it
Stefano Vietti, il blog del Voc Studio: vocstudio.blogspot.com
Giuseppe Matteoni su deviantART: giuseppematteoni.deviantart.com

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