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Con sguardo stupito e ironico: le cronache di Gerusalemme di Delisle

Creato il 22 giugno 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Cambiare città, paese e continente ogni anno, al seguito di una moglie cooperante o di lavori itineranti, per forza di cose allena l’occhio all’osservazione. Durante il suo anno in Israele-Palestina Delisle fa esattamente solo una cosa: osserva. E riporta su carta.
Non c’è un giudizio, di valore o politico, nel suo lavoro
. Con sguardo stupito e ironico: le cronache di Gerusalemme di Delisle> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="202" width="216" alt="Con sguardo stupito e ironico: le cronache di Gerusalemme di Delisle >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-53783" />In un anno la Città Santa se l’è girata in lungo e in largo, così come l’intero paese, da una parte all’altra del muro e delle barricate, camminando fianco a fianco con ebrei ultra-ortodossi, musulmani convinti, fondamentalisti cristiani, volontari e operatori internazionali e cercando sempre di capire da che parte potesse stare la verità, la ragione.
Ma è proprio questo che manca, in una realtà come quella di Gerusalemme e dei due paesi che le girano attorno: tavola dopo tavola, il lettore si trova davanti situazioni, azioni e reazioni al limite dell’assurdo, con una logica interna quasi magica, che solo chi vive lì può (a fatica) arrivare a capire. Natale, Pesach e Ramadan, tutto in un’unica città, che è tre, quattro, mille città insieme. Labirinti di vicoli sudici e scintillanti centri commerciali, spiagge mediterranee e villaggi nel mezzo del deserto, quasi adolescenti in servizio di leva e ragazzini al lavoro, studenti svogliati e imprenditoria giovanile, facce di tutti i colori e di tutti i suoni, tutto negli stessi 22mila kmq.

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Non smette di meravigliarsi, Delisle, durante il suo soggiorno. E nel tentativo di capirci qualcosa, conduce anche noi attraverso quel mondo complesso, variegato e frantumato, mettendoci di fronte a interrogativi, paradossi e intrecci apparentemente inestricabili di storie, memorie, rancori e speranze.
Vivere una vita in Medio Oriente significa confrontarsi ogni giorno con uno dei passati e dei presenti più ingombranti che possano esistere sulla faccia della terra:

Con sguardo stupito e ironico: le cronache di Gerusalemme di Delisle> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="206" width="277" alt="Con sguardo stupito e ironico: le cronache di Gerusalemme di Delisle >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-53786" />essere arabo o ebreo, palestinese o israeliano, significa molto di più di quello che le parole possono dire.

Delisle riporta questa complessità sulla carta: nessuna storia, personale, familiare, cittadina, riesce a svincolarsi dalla Storia ufficiale, quella fatta dai grandi nomi e dai grandi eventi. Inizia subito a prendere le misure con tutto questo, l’autore, fin dal viaggio in aereo che lo porterà a Gerusalemme: un anonimo passeggero del volo porta con sé una serie di numeri tatuati sul braccio, e con essi una storia tanto grande da non poter essere raccontata ma solo intuita. Così tutto e tutti, luoghi e persone, tra Israele e Palestina, hanno la loro storia da raccontare, o da lasciare solo intuire.
In questa trama fittissima di storie, nessuno ne esce solo buono o solo cattivo
(e il rischio, visto il tema, era grande), non c’è chi ha ragione o chi ha torto. Ci sono solo persone che convivono (più o meno bene), ci sono attivismi e apatie mescolati assieme, disperazioni e drammi, soluzioni cercate e mancate. Ci sono codici di comportamento da scoprire, usi e costumi incomprensibili, c’è l’attacco a Ghaza del dicembre 2009, gli interrogatori in aeroporto e i convogli umanitari.

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Ora, se doveste arrivare a Cronache di Gerusalemme sperando di trovarci dentro un nuovo Palestina, sappiate che rimarreste delusi, e non poco. Non c’è traccia del pathos, del dramma di , qui dentro. L’immagine è serena, i colori chiari e soffici, c’è il caldo soffocante del deserto, ma niente fango, nessuna miseria umana straziante, nessuna tragedia collettiva. Tutto è votato all’ironia e all’assurdità della situazione. Delisle non è un attivista per i diritti dei palestinesi e non è un cooperante pacifista. Delisle disegna pupazzini. Punto.
E con questi pupazzini ci racconta quello che ha vissuto lui, il suo viaggio nella pancia del conflitto arabo-israeliano, all’interno dei territori occupati, nelle città divise, nei quartieri ghetto.

Quella che Delisle mostra in Cronache di Gerusalemme è la vita che continua, nonostante tutto: una forza che persiste, che cerca una sua normalità, che si incontra (scontra) quotidianamente con l’altro.

Abbiamo parlato di:
Cronache di Gerusalemme
Guy Delisle
Rizzoli-Lizard, 2012
336 pagine, brossurato, colore, 20 €
ISBN: 978-8817057301

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