Molto scalpore ha creato l’apertura del nuovo Conad a Chatillon, e soprattutto ha suscitato molte proteste da parte di tutti i commercianti che vedono il “nuovo” supermercato come un’ennesima minaccia alla loro attività. Pare che le proteste si siano innalzate talmente in alto da far tentennare l’amministrazione comunale, la quale ha tenuto un profilo basso sulla nuova apertura, e sino ad arrivare a dei picchi che hanno sbrodolato teorie complottistiche contro i commercianti di Chatillon non allineati.
Comincerei col dire che non capisco tutto questo brusio del sottobosco, il Conad a Chatillon già c’era… quindi non vedo perché indignarsi; soprattutto non capisco perché prendersela con l’amministrazione comunale, questa volta incolpevole, in quanto le autorizzazioni sono regionali.
Detto questo, mi pare scontato dover aprire una parentesi di analisi del mercato ed affrontare il solito vecchio discorso, ormai “stufoso”, e cioè quello dello scontro tra grande distribuzione e piccoli negozianti. Prima di tutto mi preme sottolineare che un’attività, come quella del Conad di Chatillon colpisce in maggior parte (ad essere sincero, quasi la totalità) il commercio alimentare, che peraltro non è troppo presente in Chatillon con piccoli operatori ma, al massimo, con operatori di pari livello.
Prima di continuare mi preme riportare le parole del presidente FIDA (Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione) Dino Abbascià, che dice:
“Parlare semplicemente di rinascita del dettaglio alimentare è forse riduttivo. Non si percepisce, infatti, il grande lavoro e gli enormi sacrifici fatti da migliaia di imprenditori che hanno saputo modificare le proprie attività storiche per traghettarle nel nuovo millennio. Oggi siamo consapevoli -conclude il Presidente Fida- di poter lasciare un’importante eredità alle generazioni future, motivando i nostri imprenditori verso il recupero di un orgoglio comune nell'essere ancora i "bottegai di fiducia". Noi ci crediamo! Dopo i grandi cambiamenti del sistema distributivo italiano nel corso degli anni ’90, ora il dettaglio alimentare specializzato rinasce.”A sostegno delle sue parole ci sono i dati dell’Istat, che rileva 34 mila nuovi commerci aperti nell’anno 2006. La parola chiave di questa rinascita, ci fa sapere sempre Abbascià, sono:
“specializzazione e personalizzazione, voglia di coccole e attenzione. Desiderio di sentirsi unici e accuditi, di qualcuno che sceglie per noi il meglio, di uno sguardo speciale, di un sorriso personale, di una prelibatezza che sembra aspettare solo noi, magari sotto casa e senza perdere troppo tempo. C’è voglia di qualità con un occhio al portafoglio nella nuova rivoluzione dei consumi.”Quindi ci troviamo di fronte alla rinascita del piccolo commercio (crescita del 5,7% a partire dal 2000, e il 2007 ha visto tra nuove imprese create e negozi chiusi un saldo ampiamente positivo: + 34mila), che si basa su una maggiore specializzazione e professionalizzazione anche del piccolo commercio e su un fattore tanto logico ed inevitabile, l’invecchiamento della popolazione. Infatti, la popolazione italiana è sempre più vecchia e dunque sottoposta a maggiori difficoltà nel raggiungere grossi centri commerciali, spesso posizionati ai margini delle città, quindi per la sua spesa quotidiana dovrà inevitabilmente fornirsi dall’alimentari sotto casa. E’ quella che viene chiamata come “rinascita del negozio di vicinato”.
Tornando a noi, ritengo che il Conad non toccherà minimamente i 3/4 piccoli alimentari presenti nel paese, i quali si sono specializzati nella vendita di determinati prodotti (tipici, rosticceria, formaggi) e che accolgono tutta quella fetta di popolazione che non può raggiungere i centri commerciali tutti i giorni e tanto meno una volta a settimana con grosse borse. Ovvio, una piccola flessione potrà essere sentita dal Di per Di, ora Carrefour, o dall’A&O, ma sono 3 concorrenti di grossa distribuzione e che per questo agiscono in un sistema di concorrenza… combattendo, diciamo, ad armi pari. Come se non bastassero i tre supermercati hanno pari qualità di merce e prezzo, il che porterà, dopo l’enfasi iniziale, a ridistribuire e ristabilizzare la clientela. Ho ovviamente tenuto fuori dal discorso l’Ecom, perché evidentemente, per prezzi e prodotti si rivolge ad una altra fascia di clientela.
Altre critiche poi vengono fatte sulla supposizione che sopra il Conad vengano aperti dei piccoli negozietti (una sorta di piccolo centro commerciale), il che, a parere dei negozianti “decentrerebbe il turismo”. Penso che questa affermazione si commenti da sola, anche perché dubito che i turisti vengano in valle per andare a fare shopping e se proprio lo volessero fare andrebbero a Saint-Vincent a due passi, che oltre ai negozi offre loro maggiori servizi. Senza considerare che dubito che verranno veramente aperti dei negozietti… “chi li aprirebbe?”.
Detto ciò, ritengo che chi si sia lamentato di questa “nuova apertura” debba pensare a fare bene il proprio lavoro, e non perda tempo a pensare a complotti o sotterfugi…. Specializzarsi e fornire un servizio d’eccellenza è la ricetta contro qualsiasi grande distribuzione.
Quindi per ricollegarmi al titolo suggeritomi dal lettore l’apertura del Conad non è né un disastro né una salvezza. Non cambia nulla!!!
Vorrei chiudere con una piccola riflessione siamo così sicuri di volerci ostinare a trasformare Chatillon in un comune di attrattiva turistica? Non sarebbe meglio indirizzarsi verso qualche altra strada?
Ps: una piccola stoccata la Comune concedetemela… a quanto pare l’apertura del nuovo Conad ha creato una quarantina di posti di lavoro che, così si vocifera, sono stati assegnati sotto la spinta dell’attuale amministrazione comunale… Compravendita di voti??? A voi la risposta.