Io metterei “No nos moverán”, la classica canzone di protesta, ma il mio attuale sentimento di ribellione oggi si rispecchia meglio in “Gracias a la vida “, registrato a Berlino nel 1988. Proprio qui si incontrarono due grandi signore della canzone: da un lato l’argentina Mercedes Sosa (Sosa La Negra), esponente della Nuova canzone latino-americana, e l’americana Joan Baez, cantautrice per eccellenza della difesa dei diritti civili e combattente instancabile contro ogni causa ingiusta . Mi sembra che questa “Gracias a la vida “, composta da un altro grande poeta (la cilena Violeta Parra) può essere considerata l’apoteosi della canzone di protesta. Qui convivono temi come la capacità di discernere il vero dal falso, per rivelarsi alla persona amata, la capacità di godere delle cose semplici, la gioia dell’amicizia, l’obbligo di non dimenticare che sei vivo, il dono della parola e, perché no, la vigilanza contro i nemici della libertà.
Spostiamoci adesso da una signora a un’altra: da Violeta Parra alla Negra Sosa (che ha cantato la solitudine di un’altra grande poetessa americana, la suicida Alfonsina Storni in “Alfonsina y el mar”), fino a Joan Bàez, che continua la guerra con la sua voce da soprano e la chitarra in mano. Forse il mondo, oggi più che mai, ha bisogno di queste voci, questi versi, parole che ci ricordano che siamo esseri umani e che la stragrande maggioranza delle cose è totalmente sacrificabile. Così queste grandi donne (anche se alcune sono già andate) con la loro voce, la loro musica, il loro modo di affrontare il mondo, ci ricordano il lato veramente importante della vita.
Mercedes Sosa, Violeta e Alfonsina sono passate a miglior vita ormai, ma Joan Bàez continua con le tematiche che la contraddistinguono, tra le quali la denuncia delle atrocità del Vietnam, che impegnarono la hippie di Woodstock, lei come altri grandi della musica, tra cui il mago della parola per eccellenza: Bob Dylan. E tutte queste poesie, tutte quelle cose che ci ricordano la necessità di essere vigili contro l’ingiustizia che affligge il mondo saranno al centro dell’evento musicale che si terrà il 6 luglio a Roma. L’appuntamento è nell’”Auditorium Parco della Musica”, sede dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, un vero e proprio tempio alle arti (dalla lirica alla danza). Qui Joan Bàez delizierà il pubblico con la sua chitarra e sua la voce da soprano, che ci ricordano che il mondo è cambiato così tanto negli ultimi cinquanta anni.
Qui il link della manifestazione dove si possono trovare ulteriori informazioni e dove è possibile acquistare i biglietti: http://www.auditorium.com/eventi/5273130. Comunque, se non vi fate prendere troppo la mano dal concerto di Joan Bàez, potrete assistere il giorno dopo all’esibizione di Morrissey, o il 20 luglio al concerto di Patti Smith. Nomi di una tale entità da tentare di acquistare un abbonamento e rimanere tutta l’estate all’”Auditorium Parco della Musica” di Roma.
Candela Vizcaíno
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