Di Mario Marrandino. 22:00. Una fiammata e l’ingresso di Keith Richards seguito da Mick Jagger e dal resto della band hanno dato inizio al concerto storico dell’anno: i Rolling Stones al Circo Massimo, Roma. La band, accolta dal boato del pubblico, ha dato il via allo show con “Jumpin’ Jack Flash”. “Grazie. Ciao Roma, ciao Italia”, è stato il saluto di Mike Jagger. “Che bello stare a Roma di nuovo, eh? Che posto meraviglioso”, ha detto il cantante dopo “You Got me Rocking”. È stata pronosticata anche la vittoria dell’Italia contro l’Uruguay. Nel 1982 c’azzeccarono. Hanno perso evidentemente un po’ della loro magia con gli anni.
Ma facciamo un passo indietro.
Potremmo definirlo la mina vagante, l’incognita di tutto lo show e probabilmente molti non si sono nemmeno accorti che prima della storica band ha suonato qualcuno sul palco e non era musica d’attesa… D’altra parte il biglietto era per gli Stones. Giovani e meno giovani, anche coetanei della band stessa, da Spagna, Croazia, Norvegia. I romani sono “solamente” un terzo: 20mila. Gli altri arrivano tutti da fuori: Lombardia, Campania, Piemonte, Puglia, Veneto le regioni maggiormente rappresentate. L’Europa pulsa di vita e rock vecchia scuola, soprattutto, ma non solo. Infatti c’è lui: il pluricriticato “Johnny Depp” della serata con la chitarra: John Mayer.
“Buonasera Roma. E’ un piacere incontrarvi”, ha detto al pubblico in attesa dei Rolling Stones. Chitarrista e cantante americano, 37 anni, in attività da circa 15, originario del Connecticut, che ha aperto il concerto al Circo Massimo. Sale sul palco dopo la pubblicazione del suo ultimo album “Paradise Valley” e con il suo trio composto dal batterista Steve Jordan e dal bassista di origine italiana Pino Palladino, si scatena con una scaletta articolata tra i pezzi più recenti a quelli più vecchi e famosi della sua carriera:
01. “Queen of California”
02. “Believe”
03. “Half of my heart”
04. “Taste me”
05. “Who says”
06. “Going down the road feeling better”
07. “Slow dancing in a burnin’ room”
08. “Wild fire”
09. “I don’t trust myself loving you”
10. “Dear Marie”
11. “Waiting on the world to change”
12. “Gravity”
Una scaletta lunga, quasi più lunga di quella degli Stones e molti hanno storto il naso proprio per questo:
01. Jumping Jack Flash
02. Let’s spend the night
03. It’s only rock and roll
04. Tumbling Dice
05. Streets of Love
06. Doom & Gloom
07. Respectable (con John Mayer)
08. Out of control
09. Honky Tonk Women
10. You got the silver
11. Can’t be seen
12. Midnight Rambler
13. Miss You
14. Gimme Shelter
15. Start Me Up
16. Sympathy
17. Brown Sugar
18. Can’t Always Get
19. Satisfaction
È stato etichettato in tutti i modi e in tutti i dialetti d’Italia per il suo essere fuori dal contesto, di “non avere il diritto di stare sul palco con delle leggende” ma, fortunatamente, sul palco con delle leggende c’è già stato: B.B. King, Buddy Guy, Eric Clapton, Sheryl Crow e diversi altri, tra cui i Rolling Stones. Ha inoltre avuto collaborazioni con altri artisti, che spiccano in uno scenario totalmente differente da quello del rock’n’roll e puntano ad una musica più pop e commerciale, ma lasciando sempre una propria impronta d’originalità.
Un artista completo? Impossibile. Un artista con esperienza? Non ancora abbastanza, di quella ce n’è sempre poca. Un artista che si dà alla musica e al suo pubblico? Indubbiamente. Pro e contro convivono alla perfezione in questo musicista e nel contesto in cui si è trovato; spesso il bigottismo (evitando generalizzazioni) dei super affezionati al rock dei ’60-’70 tende ad oscurare a spada tratta e con pregiudizi quelle che possono essere e sono indubbiamente delle promesse della musica odierna e dei capisaldi del rock e del blues in un’epoca in cui stanno andando sempre più sfumando e morendo, portandolo anche in realtà originariamente estranee.
Per tutti coloro che sono andati al concerto e sono arrivati conoscendo solo Satisfaction e sono tornati a casa conoscendo solo Satisfaction, per tutti coloro che conoscono ogni cavillo della discografia dei RS e che non accettano collaborazioni da inetti provenienti dal country-blues di giovincelli a cui non scorre polvere e rock nelle vene, per tutti coloro che hanno partecipato a quest’esperienza storica per il semplice e ammirabile motivo che “è un pezzo di storia”, invito a non giudicare mai un musicista senza averlo ascoltato e senza pregiudizi.
Qualche ricerchina su Youtube e su Wikipedia potrebbe, inoltre, aiutare senza dubbio.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=urNSoK-DwFw