In un paese normale un personaggio come De Mattei sarebbe subito scivolato fuori dalla scena, rapidamente allontanato con imbarazzo dalle cariche pubbliche che ricopre, o al più ospitato come predicatore infervorato sulle pagine di Cronaca Vera. Da noi partecipa a pieno titolo ad una ampia discussione teologica sui grandi giornali, viaggia con il microfono sotto il mento nell’attesa della sua prossima esternazione da sottoporre poi a storici della Chiesa e teologi per un sano contraddittorio.Mantellini avrebbe anche ragione, ma - a mio avviso - dà poco risalto al fatto che De Mattei è vicepresidente del più importante istituto di ricerca statale: il CNR. È per questo che le sue (di De Mattei) orribili
Se De Mattei fosse solo un professore e magari avesse un blog ove scrivere i propri pensieri teologici avrebbe sicuramente minore risalto mediatico.Certo, i media - e la Repubblica in particolare, vedi il caso di Marco Pasqua quando ha tentato di sputtanare Cloro al Clero [*] - troverebbero certo il modo di occuparsi di spropositi verbali. Qui Mantellini ha pienamente ragione; in Italia, infatti, si dà
prevalenza [al] cretino nella camera di eco mediatica. Da molti anni a questa parte esiste una evidente selezione verso il basso dei contributi che i media scelgono di rendere pubblici. Il cretino è notiziabile.È che i media sono come le mosche: attratti dalla merda, ottimo fertilizzante.Tuttavia, come ogni buon agricoltore sa, concimare troppo è nocivo per qualsiasi terreno, persino per quello mediatico.