Mancava giusto giusto da 3 anni, da quell’ultimo pezzo firmato 30 luglio 2008 con il quale Concita De Gregorio aveva dato l’addio a Repubblica per imbarcarsi a tempo pieno nella sua nuova avventura editoriale di direttrice dell’Unità. Dopo oltre mille giorni di assenza, però, la bionda e combattiva giornalista è tornata sulle pagine del quotidiano di Largo Fochetti con una corrispondenza da Madrid dal titolo “Adiòs Zapatero, il triste finale dell’allegria spagnola”. Primo ottobre 2011, nuovamente in prima pagina.
Sarà come se i nonni ereditassero il paese dai nipoti. Una cosa inconcepibile, contro le ragioni del tempo. Abbiamo scherzato. Ci abbiamo provato, avete visto, ma abbiamo perduto. Adiòs, Zapatero. È stata una lunga allegria, poi una lunga agonia. Non bisognerebbe mai illudersi, lo insegnano le favole popolari: i “giorni del vino e delle rose”, come si dice qui, lasciano la testa pesante e odore di fiori che marciscono. “Il tempo è un veliero”, Garcia Lorca si impara a memoria in terza elementare, non c’è chi non sappia in questo Paese in cui niente è come sembra che il tempo vira e va nella direzione del vento, e non sempre è in avanti. Chiunque vinca, adesso, sarà una seconda linea di seconda mano ripescata dal passato.