Sabato 22 Febbraio – ore 21,15
“Premiata Pasticceria Bellavista” è una commedia scritta da Vincenzo Salemme, esilarante ma con intelligenza ed una sua morale, in quanto il finale, che non vogliamo anticipare, in un certo qual modo ripristina la giustizia. La commedia si svolge in una bella pasticceria napoletana gestita da Ermanno e da Giuditta Bellavista, entrambi colpiti da un terribile diabete. A causa di questa malattia Ermanno è diventato cieco ma grazie ad un trapianto potrà riacquistare la vista e guardare nuovamente il mondo. Ermanno è il classico mammone, debole di carattere, un personaggio difficilissimo, in quanto è il responsabile della maggior parte della portata comica dell’opera.
Giuditta è un personaggio complesso: decisa e dura con gli affetti sicuri (il fratello e la madre), si scioglie di fronte all’amato ed esuberante Aldo, uomo simpatico ma subdolo che si prende gioco dei suoi sentimenti pur di giungere al suo intento, che è quello di appropriarsi di parte dell’eredità mediante comportamenti al limite della legalità.
Carmine è un barbone-filosofo a cui, dopo un incidente in cui era stato erroneamente creduto morto, hanno espiantato illecitamente le cornee. Questo personaggio, in ottemperanza alla tradizione napoletana, ama le cose belle della vita ed è zingaro proprio per goderne al massimo, è gentile, galante e sognatore, pur non rinunciando mai all’ironia.
Romina non rappresenta soltanto la classica bella donna, ma in lei ci sono due personaggi che si alternano: la donna in carriera, intelligente, con un carattere duro, abituata a prendere ciò che vuole, e la popolana furiosa e implacabile.
Memoria è pirotecnico, fenomenale, incontrollabile, sopra le righe e attraverso i molteplici personaggi che incarna crea innumerevoli spunti comici.
La barbona Gelsomina, innamorata di Carmine, ha una personalità dolce e infantile, che la rende estremamente toccante e poetica.
La provocante e sensuale Rosa, in apparenza ingenua, ha in realtà anch’essa dei secondi fini.
Dietro le quinte una temibile“mammina” che tiranneggia sui figli comunicando con un megafono dalla camera da letto.
La commedia gioca molto su tempi comici degli attori, gags e caratterizzazioni paradossali. Senza nulla togliere alla drammaticità del tema trattato, Salemme ironizza, divertendosi e divertendoci, sull’atteggiamento di chi trae vantaggio dalle sofferenze altrui e, attraverso la possibilità di invertire i ruoli,ci mostra come,alla fine, inesorabilmente, giunge ……..”alla giustizia riparatrice”! Gianni Bevilacqua