La cattiva scuola renziana prevede di mutare la scuola in una sorta di azienda in cui il potere estremo viene assegnato al preside-padrone, il quale potrà assumere e licenziare a suo insindacabile giudizio. Nel progetto di Renzi si cerca di porre fine alla supplentite, una parola che fa rabbrividire, una parola coniata dal Presidente del governo e dai suoi ministri, quasi come ad indicare una malattia. Ma ci chiediamo come avrebbe fatto la scuola italiana, in tutti questi anni, se non ci fosse stata la figura del supplente, soprattutto del supplente di terza fascia, quello non abilitato, ma colui che, nella maggior parte dei casi, è “servito” per coprire posti vacanti o supplire temporaneamente i docenti che si assentavano per malattia, maternità ecc.
Nella pagina 104 della Buona scuola renziana si fa riferimento all’art. 1 della nostra Costituzione: L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, si continua così: “Dobbiamo rendere la scuola la più efficace politica strutturale a nostra disposizione contro la disoccupazione – anzitutto giovanile, rispondendo all’urgenza e dando prospettiva allo stesso tempo.” Leggendo questa frase, la prima cosa che ci colpisce è che si parla di lavoro, di dar lavoro ai giovani, ma in realtà non è così, anzi si stanno chiudendo le porte al mondo giovanile. Molti di noi giovani, si son laureati nel 2011-2012, e hanno dovuto aspettare ben tre/due anni prima di poter accedere alle graduatorie di terza fascia, infatti lo scorso giugno 2014 si sono aperte le graduatorie d’istituto per i docenti di terza fascia e, fiduciosi in una possibile supplenza, tutti noi abbiamo presentato tutti i documenti cartacei e online per potervi accedere. Ma, i giornali che si occupano della scuola, così come i colleghi che lavorano nella scuola da anni, e che comunque fino allo scorso anno scolastico 2013/2014 erano riusciti ad insegnare durante tutto l’anno sempre tramite supplenze, ci portano a conoscenza dei grandi tagli avvenuti nella scuola e della quasi impossibilità ad ottenere una supplenza per quest’anno. Abolendo le supplenze, secondo Renzi e i suoi ministri, si accederà al mondo della scuola solo attraverso concorso e per accedere a questo step occorre l’abilitazione. Allo stato attuale delle cose teniamo a citarela sentenza n. 11078/2013 depositata il 21 dicembre 2013,con la quale il TAR del Lazio sez. III^ bis di Roma in merito al Bando relativo al Concorso a cattedra 2012 indetto con “D.D.G. n. 82 adottato in data 24 settembre 2012 dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per l’Istruzione – Direzione Generale per il personale della scuola, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Concorsi – IV Serie Speciale n. 75 del 25 settembre 2012, recante Indizione dei concorsi a posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole d’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado”, dichiarava illegittimo l’articolo 2 del suddetto bando nella parte in cui non consentiva la partecipazione anche ai candidati che, dopo l’anno accademico 2002-2003 ed entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda di partecipazione al concorso, avessero acquisito un titolo di laurea valido per l’accesso all’insegnamento nelle classi di concorso della scuola dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di I e II grado. Dunque, si è determinata una ingiustificata disparità di trattamento tra candidati che hanno conseguito la laurea entro l’anno accademico 2002-2003, ammessi al concorso a cattedra, e i candidati, che hanno conseguito la laurea negli anni accademici immediatamente successivi, ma entro la scadenza del termine per la presentazione della domanda.Ricordiamo anche che ai candidati che avevano conseguito la laurea entro l’anno accademico 2002-2003 era stato possibile frequentare i corsi SSIS, infatti l’ultimo ciclo di tali percorsi abilitanti, nonché il IX, ricadeva nell’a.a. 2007-2009, dunque non si comprende tale differenza di trattamento tra laureati di serie A e laureati di serie B.
Ciò che chiediamo, visto che Renzi ha a cuore i giovani e la disoccupazione giovanile è che il prossimo concorso a cattedra abbia tra i requisiti di partecipazione il possesso del titolo di laurea magistrale o specialistica, in quanto i percorsi abilitanti TFA non vengono banditi con cadenza annuale, come accade invece per le altre professioni, e occorre che questi docenti iscritti nelle graduatorie di terza fascia, nonché “affetti da supplentite” come li definisce Renzi, abbiano la possibilità di mettersi in gioco e di guadagnarsi da vivere con il lavoro che hanno scelto, essendo l’insegnamento il loro mondo. Inoltre, si chiede che il concorso venga bandito entro la fine del 2015, in quanto procrastinare il bando significherebbe in termini tecnici un ulteriore aumento della disoccupazione. E mentre i docenti di terza fascia si vedono rubato il proprio futuro, l’Italia diventa un paese per vecchi…
Coordinamento per la partecipazione al concorso da parte di tutti i docenti in possesso di titolo di studio valido all’insegnamento (laurea v.o. e n.o. magistrale/specialistica).