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Concorso Retrò 2013. Il racconto di Sara Bosio.

Creato il 31 marzo 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

di Sara Bosio.

Come il mare e le supernove.

Te lo scrivo su questi tovaglioli del bar sotto casa tua, perché non ho altro su cui farlo.

Saranno stropicciati molto probabilmente, perché dopo averci scritto mi sarò tormentato a lungo decidendo se farti avere le mie parole oppure no. Se adesso le stai leggendo (e spero che tu riuscirai a decifrare la mia scrittura striminzita e imperfetta), vorrà dire che sarò stato abbastanza coraggioso (o stupido) da fartele avere.

Maya, io ero venuto per farti una sorpresa; avevo comprato un mazzo di cento margherite, le tue preferite. Cento, perché sono passati esattamente cento giorni dalla prima volta in cui mi hai rivolto la parola. Te la ricordi? Mi hai chiesto quale fosse la strada per raggiungere il belvedere del paese ed io, in quel momento, ho pensato che fosse quella che portava ai tuoi occhi blu, come il mare che cercavi .

Maya, l’estate è finita da un pezzo ma il mio amore per te resiste anche alla caduta delle prime foglie degli alberi. – qui il tovagliolo finiva e il resto seguiva sul retro – Ero venuto per te, per noi… Ti ho vista, sai? Sei arrivata in Vespa con Leo, tu sei scesa, lui è rimasto seduto. Vi siete tolti i caschi, ti ha avvicinato a sé per i fianchi, stropicciandoti la stoffa del vestito azzurro (il mio preferito), e l’hai baciato.

Hai scelto lui, è così? Non sono abbastanza per te, hai ragione. Non potrei mai offrirti champagne e caviale tutte le sere come fa Leo.

Ho sperato fino all’ultimo. Mi sono illuso come un bambino, credendo che alla fine avresti scelto me, la strada più difficile, certo. Ma non sono forse i sentieri più impervi e scoscesi che portano ai panorami migliori? Non è forse raggiungere la cima che ripaga della fatica della salita? – continuava il secondo tovagliolo - Probabilmente no, sono le solite cazzate che ti fanno credere nei film americani. La verità è che tu ti sei arresa al primo scalino, rifiutando la mano che ti offrivo.

Che fine hanno fatto tutte le nostre promesse? E le tue parole? E le mie?

Maya, io ti amo lo stesso. E ti amerò per sempre, perché sei il mio primo amore. E il primo amore non si scorda mai.

Maya, torna da me. Sarò sempre al molo ad aspettarti, come ho fatto per tutta l’estate.

Tuo sempre, André”

Il piccolo tovagliolo era scivolato fuori dalle pagine di un vecchio romanzo che giaceva dimenticato, oramai da anni, nella seconda fila di volumi della libreria in salotto, merito delle pulizie di primavera. Maya l’aveva raccolto e adesso lo stava leggendo alla calda luce arancione del tramonto che filtrava attraverso la finestra. Erano passati quanti? quindici – sedici anni da quando l’aveva trovato sotto la porta del piccolo appartamento affittato con l’inizio dell’università.

E il primo amore non si scorda mai.”

I suoi occhi continuavano a fissarsi insistentemente su quella frase da una decina di minuti, mentre con indice e pollice rigirava la fede all’anulare sinistro. Era stata brava ad accantonare in un angolino polveroso della sua memoria quel primissimo amore in tutti quegli anni; dopotutto aveva fatto la sua scelta ed era felice così. Che motivo avrebbe avuto di rimpiangerlo?

Tuttavia… Tuttavia adesso, davanti a quelle parole, si era resa conto di non averlo mai davvero dimenticato: come avrebbe potuto scordarsi di quell’estate dei suoi diciotto anni? Di quando, seduti alla fine della passerella in legno che fungeva da molo, con le gambe a penzoloni a sfiorare l’acqua, lui all’improvviso le aveva detto:

«Tu mi ricordi il mare.»

«Perché mai?»

«Siete uguali, vedi. Passate la maggior parte del tempo in uno stato di quiete, non fate troppo rumore per paura di essere notati e cercate di mescolarvi con il resto del mondo. Tu con la gente che ti sta intorno, il mare con il cielo. Tuttavia vi basta un evento improvviso per cambiare radicalmente. Come l’altra sera. Ti sono bastato io per farti diventare un’altra persona, per distruggere il tuo equilibrio e scatenare in te la tempesta.»

Quelle parole le avevano tolto il fiato e Maya, in quel preciso istante, nel suo cuore aveva avuto la certezza di essersi innamorata di lui.

Malgrado tutto, le improvvise attenzioni di Leo nei suoi confronti avevano creato mille incertezze e i rapporti erano finiti con l’incrinarsi sempre di più, fino a spezzarsi. Forse non erano fatti per passare insieme una vita intera ma erano stati quelli giusti per trascorrere insieme quel momento della loro esistenza, quell’estate della sua maggiore età. Si era convinta che loro due, dopotutto, fossero come una supernova: abbaglianti, esplosivi ma destinati a scomparire troppo presto.

No, dopo così tanto tempo ancora non aveva dimenticato nulla di quanto lui le aveva fatto provare; la vita l’aveva solamente distratta e ne aveva addormentato i ricordi ma ora, grazie a quel ritrovamento, non poteva fare a meno di pensarci con una punta di malinconia. Chissà chi era diventato oggi André, chissà se aveva trovato l’amore e messo su famiglia. Chissà se si ricordava ancora di lei…

«Amore, tutto a posto con quei libri? La cena è pronta. »

La voce improvvisa di Leo dalla cucina la riportava alla vita di tutti i giorni, costringendola ad abbandonare quel passato dal retrogusto dolceamaro. Si affrettava quindi a seppellire un’altra volta i ricordi tra le pagine di quel libro e a raggiungere il marito a cena.

«Arrivo.»

Ci ritroviamo tra le pagine di un romanzo, in quelle poche righe sottolineate a matita con mano incerta. Ci ritroviamo in una fotografia scattata per caso in quell’estate felice al mare, nei piatti ancora da lavare quando torniamo a casa la sera, nel semicerchio marrone sulla bolletta di quella mattina in cui ci posammo la tazzina da caffè.
Spesso ci ritroviamo nelle storie dei protagonisti di quei film che ci fanno piangere la sera sul divano con la luce spenta, quando nessuno può vederci.

Ci ritroviamo negli occhi dei passanti, nel riflesso distratto di una vetrina o in quello dello specchio di casa. Ci ritroviamo nel sorriso spensierato di un bambino o in quello stanco di un anziano. Ci ritroviamo in mille occasioni e ci perdiamo in altrettante.Ci ritroviamo, ma non siamo mai andati via. Siamo solamente rimasti nascosti dentro noi stessi, sepolti da preoccupazioni, impegni, giornate no e giornate anche peggio.

Maya si era appena ritrovata in un piccolo tovagliolo.

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