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Concorso Retrò 2013. Il racconto di Valentina Gabriele.

Creato il 31 marzo 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

di Valentina Gabriele.

“Il mare. I grandi romanzi cominciano sempre con il mare. Nessuno sa il perché. In effetti il mare dona calma, tranquillità e una sensazione di potenza, di grandezza, di infinito e d’eternità. Anche questo racconto comincia col mare… quel mare d’inverno che solo i vecchi e saggi marinai con la pelle bruciata dal sole e dalla salsedine riescono a comprendere e ad amare nei loro lunghi viaggi in solitaria. Il mare… lo sciabordio delle onde che si infrangono dolcemente sugli scogli, il loro andirivieni sulla spiaggia, in un eterno gioco a inseguirsi senza mai prendersi, in un’eterna lotta senza vincitori né vinti. Questa storia è antica come il mondo, eppure continua a essere raccontata nelle sere d’estate attorno a un falò improvvisato, nelle lunghe e buie notti invernali, con il crepitio della stufa in sottofondo e il vento che geme e sembra quasi voler scuotere la vecchia casa sulla spiaggia. È la storia di due amanti che si incontrano di fronte al mare, in una notte in cui la luna gioca a nascondino con le nuvole, in una di quelle notti di vento in cui sembra che tutto possa accadere, in una notte in cui la realtà e la fantasia si confondono e tutto sembra possibile…

C’erano una volta due amanti che si amavano come il giorno ama la notte, come la luna ama le stelle, come…”

“Come il burro ama la marmellata?” chiese immancabilmente Sophie, mentre la nonna, pacatamente, rispondeva: “Sì, topolina, come il burro ama la marmellata, ma adesso mettiti sotto le coperte e fammi andare avanti. Dunque, dicevamo… c’erano una volta due ragazzi che si amavano tanto:

- Amare significa non dover mai dire mi dispiace. -

- Oh, come sei romantico! Hai per caso letto “Love story” ? -

- Si! Ma come hai fatto a capirlo? -

- Intuito femminile – poi dopo un momento di silenzio, diventando finalmente seria, aggiunse – Anch’io ti amo. Ma non capisco perché… -

Lui la interrompe, come al solito, per non risvegliare vecchie discussioni, e lei, che ormai lo sa, ha imparato a tacere.

- Sai, quando guardo il tuo viso illuminato dalla luna… penso che sarà per sempre! -

- Anch’io – rispose e si abbracciarono per un lungo istante che nella loro immaginazione divenne eterno; un qualcosa a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze, un’ancora di salvezza… Poi lei cominciò a piangere. Lui, con un sorriso dolce carico di apprensione e false speranze, con l’incertezza del futuro negli occhi, le chiese:

- Ehi, piccolina… che succede? È stato così terribile? -

- No, no, è stato fantastico, ma… -

- Ma non durerà, lo so: abbiamo solo questa notte, poi io dovrò ripercorrere quel vecchio ponte di assi tremolanti, quello che ho percorso tanto, tanto tempo fa e quello che anche tu, un giorno, percorrerai. -

- Voglio venire con te. -

- Non puoi, lo sai. Ognuno ha il suo momento. Il tuo non è ancora arrivato. Tu devi restare qui e vivere la tua vita fino alla fine, solo allora ci rivedremo. -

E, dopo una pausa, aggiunse, con un leggero distacco nella voce: – Devi cercare di essere felice, sai. -

- Ma come potrò senza di te? -

- Dovrai almeno provarci, no? Giorno dopo giorno, un passettino alla volta e vedrai: un bel giorno ti sarai dimenticata di questo vecchio testone orgoglioso; probabilmente avrai una famiglia che ami e che ti ama, con la quale ti siederai a tavola tutte le sere e farai delle lunghe passeggiate la domenica. Sarai felice. -

- No, sarò triste. Sono triste. -

- Non ne vale la pena, credimi. – disse lui con un sospiro carico di malinconia e di parole non dette…

- Lascialo decidere a me se vale o no la pena! –

- Siamo sempre così bravi a scappare, da tutto e da tutti, trovandoci mille giustificazioni… è rimanere, che fa la differenza… restare, combattere, resistere, affrontare le proprie paure, i propri “se” e i propri “ma”… guardare in faccia la realtà, guardare la vita negli occhi e viverla fino in fondo, senza esserne sopraffatti… scegliere, decidere, sbagliare, ricominciare… Anche quando ti sembra di non farcela, di morire dentro… il dolore non basta per morire… ma è necessario per sopravvivere! -

Lei lo guardò, confusa, cercando la profonda verità che si celava goliardicamente nelle sue parole.

Si abbracciarono di nuovo, piangendo.

Le nuvole coprirono la luna e, quando essa riapparve, lui era sparito in una brezza leggera che fece vibrare il candido tessuto del vestito della ragazza.

È l’alba di un nuovo giorno e nel cielo cominciano a inseguirsi i gabbiani, inizio di una nuova fine.”

“Nonna, ma lui non è mai tornato?” “Sophie! Non dovresti dormire adesso? Avevi promesso, ricordi? La storia e poi la nanna”

“Sì. Ma lui che fine ha fatto?”

“Lui è qui…” rispose la nonna guardando fuori dalla finestra aperta, verso la luna. Una lieve brezza fece svolazzare le tende. “Sempre qui!”

Sorrise alla luna… non c’erano più ieri, né domani… qui, adesso… sorrise… per una volta, prima che gli assurdi meccanismi della vita si impossessassero di nuovo di lei, era se stessa… con i suoi occhi malinconici e sinceri, con i suoi capelli striati d’argento, con le sue paure, con i suoi rimpianti, i suoi “se” e i suoi “ma”… lei che aveva combattuto con la vita e che ne era uscita a testa alta, lei che aveva visto la morte e l’aveva salutata con il dovuto rispetto… lei, che era di nuovo se stessa solo adesso, dopo tanto tempo…lei, che fra un attimo sarà di nuovo quello che gli altri si aspettano, indossò il suo sorriso migliore, il più sincero, e corse ad abbracciare un raggio di sole…

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