Da tempo ci si chiedeva che fine avessero fatto i Concrete Block. Il gruppo torinese, nato dalle ceneri dei Woptime, era partito alla grande dopo lo scioglimento di questi ultimi. Il mini cd di debutto Down With The Madness del 2008, e il successivo full length del 2009, Life Is Brutal, avevano fatto girare bene il nome Concrete Block, grazie anche alla fama dei predecessori. Poi improvvisamente, dopo diversi live, il gruppo si dissolve, lasciando il solo Saverio come unico membro. Saverio, però, non si dispera e, dopo diversi cambi in formazione, riesce finalmente a tirar su la line-up che gli permette di arrivare finalmente al tanto desiderato traguardo del secondo disco. Musicalmente parlando, tante cose sono cambiate, perché, come aveva specificato lui stesso, non abbiamo di fronte “la minestra scaldata dei Woptime”, come molti potrebbero aspettarsi. Già il primo disco presentava diverse influenze metal, sulla scia di molti gruppi NYHC che sono usciti negli ultimi dieci anni, il che, quindi, rendeva i riff hardcore ben più pesanti delle band classiche della Grande Mela. Questa volta, però, il quintetto torinese decide di calcare ancora di più la mano e di addentrarsi nei territori metallici più di quanto abbia fatto in passato (il che è facilmente intuibile dal titolo del disco, probabile tributo ai Bathory). Le strutture dei brani cambiano completamente: se prima erano più dirette, con riff e ritornelli facilmente memorizzabili, ora diventano più complesse, più variegate e spesso imprevedibili. Ormai qui il confine tra hardcore e metal è sempre più labile e più volte attraversato, tanto che spesso e volentieri, se non fosse per le parti vocali, sembrerebbe di aver di fronte un gruppo più vicino ad un thrash metal moderno che altro, probabilmente anche perché con una line up diversa emergono anche influenze diverse: se una volta i Concrete Block seguivano più il verbo di Madball, Agnostic Front e Sick of It all, qui i riferimenti a gente come Crowbar, Exodus, Sepultura, Obituary, ma anche agli Integrity, son più che evidenti. Questa volta sembra che il passato “scomodo” dal quale liberarsi sia quello di Life Is Brutal, più che quello di Mi Vida Loca e simili. I Woptime, al contrario, vengono pure riproposti nella penultima traccia, ri-arrangiando “Cunt”, apparsa sul 3 way split live con Skruigners e Cripple Bastards, uscito per la Tube Records nel 2006: ora c’è anche un nuovo attacco, ben più pesante ed incisivo della precedente versione. In chiusura, come ultimo pezzo, c’è una divertente cover di “Armageddon” dei mai troppo celebrati Carnivore, molto simile all’originale.
Twilight Of The Gods risulta essere un disco molto piacevole, ben registrato e ben suonato. Nonostante a tratti sembri un po’ acerbo dal punto di vista del songwriting, è sicuramente un buon ascolto, che soddisferà sia chi ha amato i progetti precedenti di Saverio, sia chi non li ha mai tanto seguiti.
Tracklist
01. Through The Bars
02. Death Is The Only Law
03. Kill Me If You Love Me
04. The Good Fight
05. Die Alone
06. Trust No One
07. Cunt
08. Armageddon (Carnivore)