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Condominio reale: (forse) una recensione

Creato il 30 ottobre 2012 da Camphora @StarbooksIt

E così, tra un caffè corretto e una puliziata al bancone, ho finito un altro dei libri della libreria. Quella virtuale, ché se il tarlo passava di lì secondo me si leccava pure i baffi.
Perché Condominio Reale finora è la cosa migliore che ho letto, qui dentro.

Nel senso che c’è lo stile (Vito Ferro scrive bene. E quando dico bene, intendo il bene che non lascia spazio ai fraintendimenti. Poi può piacere o non piacere, ma come diceva mio zio davanti al cesso rovesciato di Duchamp, non puoi limitarti a dire che ti piace. Poi a me il cesso rovesciato non piaceva, ma il discorso era che una cosa buona ha una bontà oggettiva e punto), la storia ti intriga (non vi dico tantissimo, della storia, però fate che siamo in un reality, e che ce lo racconta uno che non ci voleva partecipare, ma come succede ogni volta che ci sono di mezzo i condomìni e i condòmini si ritrova suo malgrado il reality come vicino di casa e ci deve stare cercando di procurarsi il disagio minore possibile).

Epperò ha pure un problema, Condominio reale.

Che per pagine e pagine e pagine mi parla dei partecipanti al reality, e poi, quasi verso la fine, mi tira fuori il personaggio più figo: il signor Denti. Quello che ha la storia che a me terrebbe attaccata alla poltrona fino alla fine. Me lo accenna all’inizio, mi dice che ha una moglie, e che pure lui non partecipa al reality, e poi mi tira fuori all’improvviso il coniglio dal cilindro.

E insomma, io a Vito Ferro gli andrei a tirare le orecchie, se potessi. I personaggi, zio bonino, sono importanti. un signor Denti non si lascia lì fin quasi alla fine del libro, e non gli si tira fuori all’improvviso una storia coi controcoglioni che vale un altro romanzo.
Non so, poi magari io ho la mente offuscata dalla candeggina, ché il tarlo qui sta facendo un casino indescrivibile.
Però se venite a dare un’occhiata anche voi, a Condominio reale, e mi dite cosa ne pensate, ecco, magari mi chiarisco le idee. Al limite, se ho ragione, tiriamo insieme le orecchie a Vito Ferro.

E adesso scusate ma il tarlo sta rodendosi le gambe del tavolo. Gli devo tirare un I love shopping per distrarlo.



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