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Condono edilizio, per i geologi un’altra sanatoria sarebbe un abominio

Creato il 05 novembre 2012 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Condono edilizio, per i geologi un’altra sanatoria sarebbe un abominio

“È un abominio il solo pensare ad un’altra sanatoria edilizia, in un Paese che frana e che crolla sotto i terremoti”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano , Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi , firmatario con altre personalità di rilievo come  Roberto Saviano, Carlo Lucarelli, Vittorio Cogliati Dezza, Donato Ceglie , Luigi Ciotti dell’appello di Legambiente contro il disegno di legge che doveva essere discusso al Senato nei giorni scorsi, rischiando di favorire un ennesimo condono edilizio (leggi anche Condono edilizio eliminato dal calendario del Senato).

Intanto , ieri, l’Italia ha ricordato l’alluvione verificatasi a Genova il 4 4ovembre del 2011 . C’è la forte presa di posizione del Consiglio Nazionale dei Geologi . “È passato un anno dal tragico evento – ha affermato Giuliano Antonielli, Consigliere Nazionale dei Geologi e geologo ligure –  che ha colpito lo Spezzino e la città di Genova e siamo qui a chiederci se qualcosa è cambiato, se è stato fatto qualcosa.

Si, certamente qualcosa è stato fatto, i paesi sono stati ripuliti dal fango e dalle macerie, si sono iniziati i primi lavori urgenti. Però come un anno fa siamo a ripetere   che bisogna smetterla di rincorrere l’emergenza  e pensare ad una normativa per la difesa del suolo che consenta finalmente di programmare una strategia organica per i prossimi decenni, che la base di partenza c’è già ed è la l. 183/89, un’ottima legge, all’avanguardia per l’epoca, e che ha rappresentato una vera rivoluzione copernicana per quanto riguarda la pianificazione introducendo il concetto di Piano di Bacino.

Sulla stessa linea sono i geologi della Liguria .

“Nonostante i proclami  – ha affermato Carlo Malgarotto , vice presidente Geologi Liguria – la prevenzione è ancora al palo. Ricordiamo che senza un piano organico non si otterranno risultati apprezzabili, il presidio del territorio inteso solo come ritorno all’agricoltura non è sufficiente, necessitano una più adeguata pianificazione territoriale, il rafforzamento dei servizi tecnici multidisciplinari degli enti e, soprattutto, una conoscenza più approfondita delle pericolosità geologiche del territorio in funzione di eventi metereologici e sismici anche eccezionali, senza i quali non è possibile non solo non fare prevenzione, ma significa anche tarpare le ali ad una possibile crescita sociale ed economica che parta dalla salvaguardia del territorio”.


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