Conero Endurance Cup. A proposito di cavalli, sceicchi e leggende metropolitane.

Creato il 19 giugno 2012 da Missbailing
Pubblicato il 19 giugno 2012 da Bailing
Sheikh Mohammed bin Rashid al Maktoum in sella a Madji du Pont, castrone sauro del 2000.

Eccomi qui a raccontarvi, come promesso ieri, l’aspetto più glamour della Conero Endurance Cup e le gesta del suo protagonista assoluto: Sheikh Mohammed bin Rashid al Maktoum affettuosamente soprannominato dai suoi sudditi Big Mo.

I cavalli degli Emirati all’arrivo ai cancelli veterinari.
I groom della famiglia al Maktoum rinfrescano i cavalli all’arrivo della seconda tappa.

In questi giorni la stampa locale ci ha sommersi di notizie e pettegolezzi di ogni genere e, parlando del quarto uomo più ricco al mondo, è decisamente difficile distinguere tra leggende metropolitane e realtà.
Ho sentito dire che la tenda di 700 mq, alzata sul lungomare di Marcelli di Numana per ospitare la famiglia reale, avesse bagni di marmo e pavimenti di legno; ho letto che per preparare i pasti dello Sceicco sono stati fatti venire apposta da Londra due chef indiani ognuno dotato di un nutrito staff di assistenti e addirittura di rispettivi autisti privati; ho letto che Big Mo ha degustato con piacere tipiche prelibatezze italiane come la mozzarella di bufala, i vincisgrassi (una pasta al forno marchigiana) e i moscioli (un mollusco caratteristico del Parco del Conero).

I cavalli della Emirates Stable e delle Nad Al Sheba Stables vengono rifocillati in attesa di correre la terza tappa.

Ho sentito gridolini di meraviglia alla notizia che i 20 splendidi cavalli della squadra emiratina (che a dispetto delle aspettative non sono tutti purosangue arabi) sarebbero atterrati giovedì pomeriggio ad Ancona, con un cargo speciale proveniente dall’Inghilterra (ma scusate, come dovevano arrivare questi benedetti quadrupedi?!?).
Ho letto che Sheikh Mohammed sarebbe venuto in Italia con la sua junior wife, la bella Principessa Haya di Giordania che però effettivamente alla fine non si è vista, e che l’albergo dove ha alloggiato tutto il suo seguito (il Gallery di Recanati, 4 stelle) sarebbe stato completamente ri-arredato per renderlo consono alle esigenze degli ospiti.
Quali notizie siano vere e quali leggendarie non so dirvi.





Ogni cavallo ha a disposizione uno staff di 5 o 6 groom e perfino un massaggiatore!

Quel che è certo è che Sheikh Mohammed, classe 1949, 2 mogli ufficiali e qualcosa come 22 figli, oltre ad aver conquistato grazie al suo carisma gli onori della cronaca di una Regione poco avvezza ai grandi eventi mondani, dal punto di vista sportivo ha letteralmente dominato la CEI3* 160 km, rimanendo in testa per tutte le 5 tappe con il suo Madjid du Pont ed aggiudicandosi anche l’ambito premio Best Condition.

I groom conducono i cavalli alla linea di partenza pronti per la terza tappa.

Ed è anche certo (ed invero abbastanza scontato) che, a salire con Sheikh Mohammed sul podio, siano stati i suoi figli.
Al terzo posto si è infatti classificato il venticiquenne Majid su Nadirha du Breuil, e al secondo l’affascinante Principe ereditario Hamdan, su Prince de la Sabliere. Quarto classificato invece l’allenatore personale di Sheikh Mohammed, Jaume Punti Dachs.

Sheikh Hamdan bin Mohammed al Maktoum, Principe ereditario e secondo sul podio della CEI3* 160 km in sella a Prince de la Sabliere, castrone sauro del 2000.

Ma torniamo un attimo a Sheikh Hamdan bin Mohammed al Maktoum.
Infatti è proprio sul Delfino degli Emirati che dovete permettermi di spendere due parole in più da brava fanciulla pettegola e romantica: Hamdan, classe 1982, uomo di cavalli, poeta, occhi da cerbiatto e… udite udite! SCAPOLO!
Devo aggiungere altro?!?

A tutte le fanciulle in cerca di un Principe Azzurro raccomando di visitare il suo sito ufficiale ricco di foto e news.

Sheikh Majid bin Mohammed al Maktoum in sella a Nadirha du Breuil, femmina dal mantello sauro del 2001, binomio terzo classificato nella CEI3* 160 km.


Sheikh Mohammed bin Rashid al Maktoum in sella a Majid du Pont, binomio primo classificato nella CEI3* 160 km. Una curiosità: lo Sceicco è l’unico a non indossare la pettorina di gara ma solo il suo numero fortunato, il 7 che corrisponde al suo giorno e mese di nascita (7 luglio 1949).

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