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Confalonieri (Mediaset): “Chiediamo una concorrenza equa nel mercato dei media”

Creato il 15 luglio 2014 da Nicola933
di Maria Chiara Ronza Confalonieri (Mediaset): “Chiediamo una concorrenza equa nel mercato dei media” - 15 luglio 2014

confalonieri01GDi Nicola Raiano. Il presidente del gruppo Mediaset, Fedele Confalonieri,  presente in audizione alla commissione Trasporti della Camera, a tutto tondo sulle tematiche legate ai media.

“Troppe frequenze, troppi canali, uguale troppa concorrenza! Non si vince sul mercato concorrenziale? Meglio rivolgersi a ‘Papà legislatore’ per risolvere il problema alla radice: ‘muoia il digitale terrestre e tutti i canalini! E in fretta, prima che con l’introduzione dei nuovi standard compressivi nel DTT la pressione concorrenziale sulla pay aumenti!”. Sarebbe questo il “teorema” di Sky Italia, almeno a sentire Fedele Confalonieri. Il presidente Mediaset è stato ascoltato in commissione Trasporti alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. E come da tradizione ha espresso in maniera netta il suo pensiero sul mondo dei media calcando la mano sulla questione della concorrenza: “Come si fa – ha ironizzato – a fare i delfini nella vasca degli ‘squali’?”. “Il sogno di ogni imprenditore – ha aggiunto, lanciando una frecciatina a Rupert Murdochè il monopolio, ma almeno non ci si nasconda spacciando affari di bottega per esigenze di sistema, sostenendo che il problema centrale da risolvere per lo sviluppo della tv italiana è togliere frequenze a Mediaset e Rai! Questione fuorviante nel merito e in più capace di spostare l’attenzione da ciò che rischia davvero di distruggere l’equilibrio competitivo: la concorrenza sleale degli Over The Top con la televisione e la pressione degli operatori di telefonia mobile sulle frequenze UHF, quelle indispensabili per la sopravvivenza stessa della piattaforma terrestre”.

“Noi di Mediaset – ha quindi spiegato Confalonieri - non siamo qui in Parlamento a chiedere vincoli alla concorrenza o barriere protezionistiche, ma certamente rivendichiamo il diritto a un ambito concorrenziale equo, il sempre citato e mai attuato level playing field nel mercato dei media. Vogliamo giocare tutti allo stesso gioco e con regole condivise. Siamo un soggetto attivo sul mercato, chi è più bravo vince, ma senza barare, però. Come ogni soggetto sul mercato, vorremmo norme poco intrusive, leggere, di principio, capaci di garantire il rispetto dei diritti fondamentali e dei principi generali dell’ordinamento e ci andrebbe benissimo passare ad un sistema con pochi punti fermi riconosciuti, un sistema a livello europeo, vista la presenza di operatori a livello globale. Quello che invece rifiutiamo, perché è contro la concorrenza, è rimanere l’unica attività rigorosamente regolata a confronto di una prateria libera da vincoli, che è quella dove prosperano gli operatori globali di Internet”.

Il presidente Mediaset ha chiuso il proprio intervento elencando tre richieste al legislatore: 1) Una visione del mercato che tenga conto dei nuovi attori in campo e delle loro dimensioni; 2) un level playing field dal lato regolamentare e delle opportunità imprenditoriali, che elimini ogni ingiustificata asimmetria tra le varie piattaforme, ormai odioso e ingiustificato retaggio del passato; 3) un allargamento dei dettami fondamentali di sistema alla platea completa degli operatori. Più in particolare – è poi entrato nel merito Confalonieri – “servono interventi sulle frequenze solo se necessitati per conservare alla tv terrestre tutta la banda necessaria al suo sviluppo, nel rispetto della neutralità tecnologica e della concorrenza tra piattaforme; rimozione di vincoli ormai superati di tetti e limiti alle dimensioni dei campioni nazionali; obblighi di trasparenza e di certificazione per gli Over The Top e loro inclusione nella fiscalità generale. Se dovessimo racchiudere in una frase le nostre necessità – la chiosa di Confalonieri – potremmo semplicemente chiedere di essere, tutti noi che lavoriamo a Mediaset, liberi di esistere, crescere e continuare a fare bene il mestiere che sappiamo fare, quello di assicurare agli italiani un’offerta di televisione di qualità, moderna, innovativa. E continuare a farlo in un ambito concorrenziale equo”.


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