Oggi 29 maggio 2013, in occasione del Collegio dei Membri dell'Associazione delle Televisioni Commerciali Europee a Bruxelles, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha presentato alle istituzioni dell'Unione Europea il sistema integrato multimediale TgCom24.
«Il servizio all news diretto da Mario Giordano dimostra che l'offerta Mediaset è indirizzata ad una domanda sempre più ampia e sofisticata - ha dichiarato Confalonieri - volta a soddisfare il crescente desiderio di fruizione dei nostri servizi in mobilità, anche oltre i confini nazionali».
Il canale all-news diretto da Mario Giordano è un esempio concreto di come i broadcaster assicurino anche in ambito multipiattaforma i valori di responsabilità e professionalità che da sempre caratterizzano i brand e le news dei fornitori di contenuti professionali come Mediaset, e dimostra il contributo insostituibile dell'industria televisiva all'investimento in contenuti originali.
Come recentemente ricordato dal Commissario alla Cultura Andreoulla Vassiliou, «i broadcaster esercitano un ruolo chiave, fornendo investimenti per un valore pari all'80% dell'intera produzione in contenuti europei».
Nel corso dell'incontro, il direttore Mario Giordano ha sottolineato che «TgCom24 e' accessibile gratuitamente e senza vincoli territoriali in Europa e nel mondo intero: un sistema integrato tra televisione, internet, smartphone e tablet, con una tecnologia che permette una gestione efficiente dell'intero sistema news di Mediaset».
Il Presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha accolto con favore il Libro Verde sulla convergenza tra tv e internet presentato dalla Commissione UE: «E' uno strumento che può promuovere la ricerca di soluzioni concrete per riequilibrare il quadro normativo e le attuali asimmetrie regolamentari. Asimmetrie che hanno permesso un ingente drenaggio di risorse dai produttori di contenuti a beneficio di operatori tecnologici d'oltreoceano che hanno costruito rendite parassitarie senza contribuire in alcun modo al finanziamento di contenuti originali di qualità».
Un'anomalia recentemente rilevata anche da Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Europea: «Ci sono diverse questioni politiche da risolvere. Non ultimo, il fatto che alcuni player, come i broadcaster, devono rispondere a molti requisiti o sono sottoposti a forme di protezione che non riguardano i nuovi operatori. C'è il problema reale di come assicurare una concorrenza leale, tanto più che i confini tra i diversi settori sono ormai confusi».
Confalonieri ha infine ribadito la necessità di tutelare la produzione di opere originali europee nell'ambito degli imminenti negoziati commerciali con gli Stati Uniti: «In quasi 25 anni di politiche volte a legittimare e promuovere "l'eccezione culturale", i broadcaster europei hanno contribuito attivamente al finanziamento e alla promozione della diversità culturale nel settore audiovisivo. La nostra capacità produttiva deve essere promossa come un asset prezioso e tutelata da business model basati esclusivamente su tecnologie che sfruttano l'investimento produttivo altrui».
Queste le parole del Presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, a Tgcom24:
«Siamo qui a Bruxelles per fare conoscere Tgcom24 e far sapere in Europa una cosa unica: cioè che noi siamo gli unici che possono essere visti in tutta Europa su tutti gli strumenti che oggi la tecnologia può fornire. Questo si sa poco. Noi siamo digitali nel fare le notizie e nel distribuirle, da anni. Il cross-border access to contents and services è uno degli obiettivi dell’Europa e noi lo facciamo. Intrecciamo contenuti e servizi oltre i confini, possiamo essere visti dalla Scozia alla Grecia. Siamo qui a sfidare i colossi e a farci riconoscere. La sfida va molto bene, quella che sembrava una prateria senza regole ora invece si sta ordinando. Se altri editori vogliono usare i nostri contenuti devono pagarli. Poi un altro tema importante di questi giorni è l’exception culturelle. Cioè, in questa trattativa tra Usa e Europa per il regolamento del commercio, creare quell’eccezione culturale che c’è da vent’anni per il cinema e per l’audiovisivo è anche un preservare dall’invasione di contenuti quella che è un’industria culturale che ha tutta la dignità di quella europea».