Confederations Cup 2013, Italia di nuovo ai rigori ma stavolta non si sbaglia

Creato il 30 giugno 2013 da Postscriptum
 

Una buona prestazione contro il Brasile, un’altra ancora meglio con la Spagna ma per l’Italia c’è solo la consolatio minchionis della finalina nella Confederations Cup 2013. Di fronte c’è l’Uruguay di Suarez e Cavani, lontanissimo parente della bella squadra che aveva mostrato grandi cose in Sudafrica ma ugualmente un temibile nemico, specie perché Cavani diventa Cavani quando ha a che fare con il nostro tricolore.

Vittoria o sconfitta stavolta non conta. La medaglia di bronzo, come quella d’argento, nel calcio ha valore nullo ma in caso di sconfitta partirebbero i soliti processi e le solite recriminazioni su quello che poteva essere e non è stato. Vero è che l’Italia non ha meritato il pesante passivo accumulato contro il Brasile e nemmeno di uscire contro la Spagna ma nelle gerarchie della ConfCup di quest’anno, a mio avviso, gli azzurri se la potevano giocare solo contro gli uruguagi. E così è stato.

La Partita

Uruguay – Italia 2-2 (4-5 dcr)

Marcatori: 24′ Astori (I), 13′ st Cavani (U), 28′ st Diamanti (I), 32′ st Cavani (U)

Uruguay: Muslera, Lugano, Godin, Gargano, Caceres, Rodriguez (56′ Gonzalez), Maxi Pereira (81′ Alvaro Pereira), Arevalo Rios (107′ Perez), Forlan, Suarez, Cavani
a disposizione: Castillo, Silva, Coates, Eguren, Hernandez, Aguirregaray, Lodeiro, Ramirez, Scotti
allenatore: Oscar Tabarez

Italia: Buffon, Maggio, Chiellini, Astori (96′ Astori), De Sciglio, De Rossi (70′ Aquilani), Montolivo, Candreva, Diamanti (83′ Giaccherini), El Shaarawy, Gilardino
a disposizione: Sirigu, Marchetti, Marchisio, Giovinco, Cerci, Pirlo
allenatore: Cesare Prandelli

Tempi regolamentari

Cesare Prandelli disegna una formazione del tutto nuova dovendo rinunciare agli infortunati e agli acciaccati, allora largo a Stephan El Shaarawy, Alessandro Diamanti e Davide Astori. Ci si aspettavano tutti il gol del faraone invece è il centrale del Cagliari che trova la zampata giusta e l’Italia è in vantaggio. L’Uruguay non è la squadra imbolsita vista nelle precedenti edizioni e la formazione rimaneggiata dell’Italia sembra sempre una coperta troppo corta, specie se lì davanti ci sono personaggi come Cavani o Suarez, senza dimenticare Diego Forlan che spesso e volentieri trova la strada del tiro in porta. Ma L’Italia è esaltante, De Rossi e Candreva sono i padroni del centrocampo mentre le accelerazioni di El Shaarawy e il lavoro di Gilardino mandano in tilt gli schemi dei sud-americani. Il primo tempo si chiude con un meritato vantaggio azzurro.

Nella ripresa però l’Uruguay schiera il dodicesimo uomo: la grinta. La Celeste entra in campo con un piglio decisamente diverso, alza la pressione e mette all’angolo l’undici italiano: in un copione ribaltato rispetto al primo tempo Astori da e Astori toglie. Il difensore infatti si concede una leggerezza di troppo e consegna palla a Gargano, il quale a sua volta pesca Cavani in area e per il matador è un gioco da ragazzi piazzare il colpo del pari.  La barricata azzurra a questo punto sembra sull’orlo del collasso con le energie che sono agli sgoccioli e la mente annebbiata, l’Uruguay però non riesce ad approfittarne perché Alessandro Diamanti stavolta vuole lasciare proprio il segno: il fantasista del Bologna disegna una punizione perfetta che fulmina Muslera per il nuovo vantaggio italiano. Vantaggio che purtroppo per i colori italiani dura appena 5 minuti perché Cavani imita Diamanti e rimette il risultato in equilibrio, uno stallo che si protrarrà fino al termine del tempo regolamentare.

Tempi Supplementari

Un inutile spreco di tempo. Nulla degno di attenzione o di nota eccetto che per l’espulsione di Montolivo (somma di ammonizioni) e si va ai rigori.

Rigori Uruguay: Forlan X – Cavani V – Suarez V – Caceres X – Gargano X
Rigori Italia: Aquilani V – El Shaarawy V – De Sciglio X – Giaccherini V

Stavolta i tiri dagli undici metri sorridono all’Italia e arriva una meritata ma molto poco importante medaglia di bronzo.

Le pagelle di Post Scriptum

promossi

Alessandro Diamanti, voto 7,5 – Al cospetto del palato finissimo del pubblico sud-americano piazza una punizione capolavoro dopo aver ridicolizzato Muslera con una traiettoria velenosissima nel primo tempo. Peccato che Cavani lo imiti.

Gigi Buffon, voto 7 – Poco lavoro nel primo tempo, molto nella ripresa. Para tre rigori su cinque e si riprende la fiducia persa contro la Spagna. Il portierone azzurro però non è più quello di una volta.

Daniele De Rossi, voto 7 – E’ in assoluto il componente più convincente della spedizione azzurra in  Brasile, come per magia in nazionale recupera tutta la sicurezza che le vicissitudine del suo club gli avevano fatto perdere.

Edinson Cavani, voto 7 – Le sue fortune fino ad oggi sono state strettamente legate all’Italia. Inconcludente ed ectoplasmatico nelle prime apparizioni di questa ConfCup, aspetta l’Italia per piazzare la doppietta.

bocciati

Davide Astori, voto 5 – Comincia bene poi si perde e deve essere sostituito. Con un talento come il suo sarebbe un peccato sprecarsi buttando alle ortiche occasioni come queste.

Stephan El Shaarawy, voto 5 – Se Prandelli lo teneva in panca un motivo c’era (mea culpa): il faraone è l’ombra del giocatore che abbiamo ammirato da settembre a marzo. Forse sta pagando una condizione fisica non eccezionale causa del solito acciacco al ginocchio o il debito d’ossigeno per aver dovuto trascinare da solo il carretto rossonero per gran parte del campionato; o più semplicemente è completamente fuori forma e demotivato dalle continue questioni extra-campo che lo riguardano.

Fernando Muslera, voto 4 – I difensori dovrebbero fidarsi ciecamente del proprio portiere, egli dovrebbe trasmettere sicurezza e determinazione nei momenti difficili ma Muslera ha costruito tutta una carriera su prestazioni imbarazzanti e errori sesquipedali. Non all’altezza del compito.

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