Di Mirella Astarita. E’ stato nominato il nuovo presidente della Conferenza delle regioni, la scelta è caduta su Sergio Chiamparino (Pd), presidente della regione Piemonte da soli due mesi. Chiamparino va a sostituire Vasco Errani che ricopriva l’incarico da quasi dieci anni, e che si è dimesso l’8 luglio dopo aver lasciato la carica di presidente dell’Emilia Romagna per vicende giudiziarie.
Il nuovo presidente è stato votato dai governatori giunti a Roma per la seduta straordinaria della Conferenza. Il nome di Chiamparino è stato votato unanimamente. Unanime è stata anche la scelta di Stefano Caldoro (Forza Italia), presidente della Campania, che lo affiancherà per cinque anni in qualità di vice-presidente.
Subito dopo l’investitura al nuovo presidente è arrivato l’sms di congratulazioni del premier Renzi, l’incontro tra i due arriverà presto, e dovranno discutere riguardo la riforma del Senato e Titolo V.
La Conferenza delle regioni è durata poco più di un’ora, è stata preceduta da un summit al Nazareno di tutti i governatori Pd; per trovare un accordo ed arrivare in Via Parigi con il nome. Nonostante la lampante unanimità vi sono state delle “tensioni” durante il summit.
Per ricoprire il titolo si erano candidati oltre Chiamparino, Enrico Rossi (Toscana) e Claudio Burlando (Liguria). Se poi la scelta si è concentrata anche da parte dell’opposizione sul nome del presidente del Piemonte sembra lo si debba alla Serracchiani (Friuli-Venezia-Giulia) e vice-segretario del Pd che si è fatta carico della trattativa successiva.
Nonostante l’unanimità (dato certamente incoraggiante), sembra che durante la Conferenza vi sia stato qualche attimo di “tensione” e qualche “viso scuro”, tutto però, poi, è stato ridimensionato ed il nome di Chiamparino ha trionfato.
«Il primo obiettivo della vita politica» di questa nuova composizione della Conferenza è la Riforma del Senato e a seguire quella del titolo V; poi il riparto del Fondo Sanità e il Fondo per il Trasporto pubblico locale, affinché si garantiscano a tutti livelli adeguati di servizi e una gestione efficace e efficiente. Questi i propositi del neo-presidente.
«Avere un luogo politico non negoziale, nel quale Stato e autonomie possano confrontarsi è l’unico modo per far vivere un’autonomia vera di Regioni e Autonomie e per garantire l’unità del Paese. Le riforme servono a dimostrare che le regioni sono in grado di essere parte integrante dello Stato e del suo cambiamento. E protagoniste». Continua Chiamparino parlando del Senato, che dovrebbe essere un “tempio” di riflessione per creare le fondamenta dell’unità e il benessere dello Stivale.
Non è mancato il commento di Roberto Maroni (Lombardia) che non perde occasione per fare tweet-commenti di qualsiasi avvenimento; questa volta ha augurato buon lavoro al neo eletto e ha affermato che «sarà al suo fianco se saprà difendere le specificità delle regioni del nord», sorvolando sulla parte in cui si parla di Unità.
Luca Zaia (Veneto) ha affermato che sia un bene che il neo-eletto provenga dal nord perché conosce i problemi della «nostra comunità» (anche qui si sorvola sul punto dell’Unità). Vendola, già in polemica con il Pd e con Renzi, afferma che da Chiamparino si aspetta «autonomia da Palazzo Chigi», ma anche «energia» nel rappresentare le istanze del sud, del centro e del nord. Il ministro Lanzetta si è detta «felicissima», certa che ci sarà la possibilità di lavorare ottimamente.
Per Piero Fassino, presidente dell’Anci Chiamparino è una «guida autorevole e riconosciuta» e per i Comuni un «interlocutore attento». I parlamentari del Pd, infine, sono «orgogliosi» della nomina, e sono contenti che la scelta sia caduta su di lui, un uomo che sembra avere il profilo giusto per le responsabilità da affrontare.