L’Avvocato e studiosa Micol Bruni sulla Soprintendenza pone queste domande: “Taranto viene scippata da che cosa? Qual è stato il ruolo culturale della Soprintendenza nel corso di questi anni? Quali i progetti? Quali i risultati? Il Museo di Taranto non figura neppure tra i trenta Musei più visitati d’Italia durante la gestione della Soprintendenza”.
Conferenza Stampa a Roma del SLSI per parlare del perché Taranto non è tra i primi Trenta Musei d’Italia mentre la Riforma Franceschini ha posto il MarTa tra i venti Musei di eccellenza per i prossimi anni
MICOL BRUNI
In riferimento alla “querelle” riguardante la questione della Soprintendenza ai beni archeologici di Taranto le Associazioni di Cultura e il Sindacato Libero Scrittori Italiani hanno redatto un Documento che è stato consegnato al Ministro Dario Franceschini nel quale si appoggia pienamente la Riforma delle Soprintendenze e la relativa piena autonomia del Museo Nazionale. Per la prossima settimana è stata convocata a Roma una Conferenza Stampa per parlare del sostegno alla Riforma e offrire una chiave di lettura del perché Taranto non è stata tra i trenta Musei più gettonati d’Italia tra il 2014 – 2015. L’obiettivo della Riforma è quello di valorizzare sul piano della cultura una città come Taranto rendendola vitale tra le città che sviluppano Eventi culturali all’interno dei processi di sviluppo. “Si è convinti, dichiara Micol Bruni, avvocato ed esperta di Diritto dei beni culturali e già Cultore di Storia del Diritto alla Uniba e pResidente dell’IRAL, che soltanto con la piena autonomia del Museo è possibile innescare nuovi modelli di cultura. Il Ministro Franceschini, nonostante il Museo risulti assente dai 30 Musei d’Italia maggiormente visitati, ha dato la piena autonomia gestionale collocandolo tra i 20 Musei più importanti d’Italia”.“La questione inerente, la Soprintendenza, dichiara ancora l’Avvocato Micol Bruni, non riguarda pienamente la progettualità culturale, e il problema posto in questi giorni è soltanto una mera campagna campanilistica che non ha nulla di culturale. Mi sembra, aggiunge la studiosa, che si dovrebbero condurre altri discorsi per una città che non è tra i primi trenta M usei più visitati d’Italia”. “Mi domando, chiede Micol Bruni, cosa hanno fatto la città e la Soprintendenza nel corso di questi anni e quali eventi internazionali hanno sviluppato affinché restasse fuori dai trenta Musei più gettonati d’Itali? Quali progetti sono stati realizzati? Che tipo di investimento culturale è stato adottato? Quali legami tra valorizzazione, fruizione e accoglienza sono stati posti”. “Una serie di interrogativi che restano, conclude l’avvocato Micol Bruni, e non giustificano il grido di allarme di questi giorni che mi sembra un’idea ormai abbastanza superata di come concepire il ruolo di una cultura identitaria in una città come Taranto”.