Confessioni di una matita che credeva di essere andata in pensione

Non dico che ero caduta in depressione, perchè le matite, si sa, sono allegre e ottimiste di natura, però tutti quegli anni passati dentro quell'astuccio puzzolente avrebbero segnato chiunque.
Anche una come me.
E la gomma che russa, il pennarello che ti mette un gomito in faccia.
Il temperino che canta ma è stonato come una campana. E vogliamo parlare dei pastelli a cera, viscidi e untuosi che non sono altro.
Insomma, ormai mi ero rassegnata, ero stata dimenticata.
Mi ricordo quando ci siamo conosciute per la prima volta, seriamente.
Tutti quei pomeriggi passati in cortile insieme. In quei giorni creavo scarabocchi e poi venivo innodata di acquarello, come le aveva insegnato il padre.
Ma io da sotto il colore sbucavo eh.
Ooh se sbucavo!
E poi più avanti, tutte quelle pagine piene di fumetti, i putacioz come lichiamava suo padre. Quanti blocchi pieni di storie! Ero proprio fiera delle mie fatiche.
Poi la scelta... linguistico, no istituto d'arte.... linguistico, linguistico... oh no oddio vuoi vedere che... e... no ecco meno male.
E tutti a dire "e ma che spreco" Ma i fatti vostri mai?
Insomma. Anni intensi. Da diva. La matita delle matite.
Poi, a parte la capatina.. aspetta dov'è che si era andata a cacciare? Ah si, dicevo a parte la capatina a Matematica (poveraccia, le idee chiare non le ha avute mai eh) io e lei sempre insieme... l'accademia con tutte quelle donnine nude e poi i tempi delle mostre.
C'è da dire che dovevo aspettarmelo perchè sta storia dell'esposizioni le prendeva parecchio male.
Già.
E infatti, molto più comodo stare dietro a un computer a progettare scatole.
Lì c'è poco da mettersi in gioco.
Così ero finita nell'astuccio, chiuso dentro un sacchetto di plastica.
Poi qualche mese fa...
Ziiiipppp Oh ma cos'è luce questa? Si, aria, luce!
Adesso mi sto sgranchendo un po' le gambe.
Avrei bisogno anche di una doccia visto gli strati di polvere.
Ma non chiediamo troppo alla fortuna...