«Di un maestro si narra che, nelle ore dell'estasi, doveva guardare l'orologio per tenersi legato a questo mondo, e di un altro maestro che quando voleva osservare le cose singole doveva inforcare gli occhiali in modo da tenere a freno la propria vista spirituale; altrimenti avrebbe visto ogni singola cosa del mondo come qualcosa di unico»¹.La prima cosa che mi viene in mente è Paolo Brosio. Poi Elio e le storie tese. Poi ancora Woody Allen. Sono io che sono un bifolco insensibile, oppure la suddetta meditazione è davvero una grande cazzata degna del miglior Lebowski? Per evitare di rispondere alla domanda provate, come me, a dire cosa fate per tenervi legati a questo mondo. Io di solito mi tocco il bassoventre. E per tenere a freno la vista spirituale in modo da osservare le cose singole? Non inforco gli occhiali, no. Muovo le mani (di solito una). Ho perso solo qualche grado in questi anni. Mi è andata bene.
¹Martin Buber, Confessioni estatiche, Adelphi, Milano 1987 (traduzione di Cinzia Romani)