SE NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO…PERCHÉ TUTTE LE MADRI DOVREBBERO RIUSCIRE E BASTA?
E così, al nobile fine di sollevare tutte voi dai sensi di colpa e di sorridere liberamente della propria miseria, senza alcun proposito troppo impegnativo di rivedere le mie piccolezze, pubblicamente confesso:
-Che ho detto che mettevo in castigo Sarah e non l’ho fatto.
-Che mi ero ripromessa di non mettere in castigo Sarah e ce l’ho messa.
-Che in diverse occasioni ho usato parole poco congeniali alla giovane età dei miei figli.
-Che ho giocato a Lego e non ne avevo nessuna voglia.
-Che ho fatto finta di essere meravigliata e fiera per il disegno di Patrick.
-Che ho biascicato: “Ciao Isa, già sveglia?” mentre il sottotitolo recita: “Ma cazzo!”
-Che ognuno dei miei figli ha subito a suo tempo qualche giro in auto al solo scopo di addormentarlo.
-Di aver lasciato dormire il neonato di turno col pannolino zeppo (anche di cacca) pur di non doverlo riaddormentare.
-Di aver dato, in più occasioni, una caramella a Sarah e/o Patrick per comprare un minuto di pace.
-Di aver abusato di tv, pc, iPad o simili ai fini inammissibili di tenerli buoni, di averlo fatto per potermi fare i c. miei, e di non aver considerato tal cosa affatto inammissibile.
-Per lo stesso motivo confesso di non essermi sentita in colpa.
-Di aver promesso un cartone per riportarli a casa dal parco.
-Di averli minacciati di stare senza cartone se non tornavamo a casa dal parco.
-Di aver detto: “Scegli tu” di fronte a un acquisto e poi averlo bellamente pilotato.
-Di aver adoperato l’abominevole e infelice espressione: “Te l’avevo detto” almeno una volta (per ognuno dei 3). O, peggio ancora: “Così impari.”
-Di aver volontariamente omesso di portare una bottiglietta d’acqua al parco, non una, non due volte, ma come scelta di vita, così da convincere prontamente i piccoli a rimpatriare spinti dalla sete.
-Di portare, per lo stesso motivo, merendine, cracker e grissini se non perfino una focaccia come merenda.
-Di essere stata la prima a entrare all’asilo a prendere Sarah una volta.
-Confesso altresì che tale evenienza, non contemplata dalla genetica del ritardatario, accadde una e una sola volta in 3 anni (tra Patrick e la sorella).
-Confesso, infine, di aver fatto qualche pagina di compiti delle vacanze di Patrick al posto suo, imitando come meglio potevo la sua calligrafia. Per materna, compassionevole solidarietà, dinanzi a una mole che consideravo eccessiva.
Logicamente l’infine è del tutto privo di significato.