Congiunzione (II parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Nella camera da letto il buio sembrò inghiottirlo e per un istante trattenne il respiro, tornando nella cella del clan Jaguar dove avevano rinchiuso l’altra CJ – Cameron. – l’accolse il brontolio addormentato di Ariane. CJ sentì il corpo della sua compagna cercare il suo, appoggiando la testa sulla sua spalla con un lieve russare, come era solita fare da quando dormivano insieme. Il contatto con Ariane e le lenzuola non sembrava tranquillizzarlo affatto, anzi l’immobilità gli aveva dato altro tempo per pensare a ciò che era successo nei giorni dell’inaugurazione di Olympus e CJ non riusciva a staccarsi dall’idea che non gli sarebbe più capitato di diventare un vero spaziale. Decise che sarebbe stato meglio ripassare ciò che sapeva della LoneStar, per non farsi trovare indebolito a causa del poco sonno e degli eventi del sogno. A differenza della Astral e del suo fondatore, la LoneStar produceva armamenti prima ancora che la Atlantis venisse fondata. La più grande risorsa di quella gente erano gli aiuti governativi e finché gli Stati Uniti e buona parte dell’Europa li aveva appoggiati, gli azionisti della LoneStar avevano continuato a registrare profitti equivalenti a un piccolo stato. Purtroppo la sempre più grande richiesta di vettori per lo spazio e la costruzione di stazioni spaziali private aveva infiacchito i profitti e ridotto le commesse statali. Quando le agenzie spaziali mondiali avevano chiesto razzi vettori più efficienti, LoneStar non era stata all’altezza delle aspettative e per quel motivo la sua principale rivale, la Hong Kong Space, aveva rosicchiato concessioni statali in tutto il mondo. La LoneStar aveva combattuto, ma le sue soluzioni non erano all’altezza e l’essere rimasta indietro aveva penalizzato l’azienda anche nelle altre concessioni, trasformando uno dei colossi dell’economia americana e mondiale in un’azienda di appena qualche decina di migliaia di dipendenti, con tagli in tutto il mondo. – CJ sei sveglio, non è vero? – chiese Ariane, obbligandolo a riaprire gli occhi. Sapeva che erano passate delle ore, ma ubbidiente era rimasto nella stessa posizione, stringendosi al corpo della donna per non farla preoccupare dei suoi problemi nel dormire. Il chiarore del giorno lambiva le serrande della camera da letto, lasciando entrare quella luce con una sorta di sacralità perversa – Si. – ammise fissando la finestra. – Vuoi parlarne un po’ con me? – CJ sospirò confuso, come poteva parlare ad Ariane di quello che gli aveva proposto Angela Miracle? CJ aveva rifiutato proprio per non obbligare Ariane a seguirlo o a rompere, senza contare che non poteva spiegare quale sogno gli impedisse di dormire. – Non mi aspettavo che rimanessi in silenzio. – fece notare la donna, rigirandosi nel letto per osservare le sue reazioni – Cameron sei strano ultimamente e non credo sia il lavoro, in quello riesci fin troppo bene. – CJ trattenne il respiro, non aveva pensato neanche per un istante che Ariane si sentisse responsabile per quei sogni, ma soprattutto non credeva possibile che una donna forte e sicura di se come Ariane si facesse delle domande sulla stabilità del loro rapporto. – Non è colpa tua. – – Sembra che tu non riesca a gestire la nostra relazione. – – Ariane ti amo e voglio stare con te. – le ricordò CJ accarezzandole una guancia – L’aver messo fine al progetto Olympus non mi da pace. Abbiamo fatto una cosa che cambierà per sempre il modo di vivere dell’uomo. Siamo all’inizio di un’era fatta di stelle e viaggi spaziali. Ogni tanto faccio dei sogni in cui viaggio a bordo di una nave spaziale e sembra che io ne sia il comandante. – – Da quanto tempo fai questo sogno? – CJ cercò di ricordare, la prima volta stava dormendo e quando si era reso conto del cambiamento quel bastardo di Keller gli aveva portat… No, quello era il sogno, è iniziato in modo diverso! Si disse, prima di ammettere – La mattina che Pale mi annunciò la trasferta a Seattle, avevo passato una notte insonne e quella stessa sera sognai per la prima volta la nave. – – Quindi va avanti da mesi. – – Ho sognato stazioni spaziali grandi quanto città, sto impazzendo Ariane! – pianse CJ distogliendo lo sguardo, non voleva farsi considerare un folle e per quanto volesse sforzarsi di pensare diversamente, in quel momento CJ sembrava completamente pazzo. La donna gli passò una mano sulla guancia scrutandolo in silenzio, il suo lento indugiare nei particolari del volto di CJ poteva essere in qualche modo piacevole, ma quel giorno era solo una tortura. – Sei nervoso. – – Non voglio che tu mi creda pazzo. – – Se ti credessi pazzo non cercherei di parlarti. – fece notare Ariane. CJ l’afferrò per stringerla se – Ti amo. – le sussurrò ancora, baciandola. Ariane si lasciò andare a quell’emozione, rispondendo e facendosi persino più sfacciata, ma quando fu sopra di lui, CJ la fermò – No, non ci riesco. – la sua mente tornava di continuo allo sguardo di Vince che si spegneva, il dolore di quell’attimo lo bloccava, impedendogli di fare altro. L’altra sospirò sedendosi sul letto e risistemandosi la camicia da notte – Forse fare l’amore ti farebbe bene, dopotutto non ti sei mai tirato indietro in questi mesi! Non ti sei stancato di me, vero? – – Basta con questi dubbi! Ti amo Ariane. – – Cameron modo in cui ti comporti mi fa pensare diversamente. – – Guardami Ariane, sei l’unica cosa di questa vita che mi tiene insieme, quando sto con te non ho nessun dubbio di quale sia la vita che desidero e che io sia dannato se non vorrei fare l’amore con te per il resto della mia vita, ma dopo Olympus e dopo aver rifiutato l’offerta della Miracle, non riesco a darmi pace. – – La Miracle ti ha chiesto di nuovo di lavorare per la Astral? – domandò la donna con un filo di voce. CJ si rese conto con un attimo di ritardo che le sue parole potevano essere fraintese: Ariane aveva lavorato molto per la Atlantis e non aveva preso bene l’abbandono di Parker – Ho rifiutato, tu non avresti mai approvato e io non voglio ferirti. – La donna lo abbracciò piangendo – Sei il più… – s’interruppe per un bacio che tolse il fiato a entrambi. Non si rese neanche conto della lussuria che l’aveva sommerso, sentì il corpo di Ariane contro il suo e per un attimo il loro odore fu lo stesso. Solo dopo molto tempo Ariane si lasciò andare sul petto di CJ. I respiri di entrambi erano accelerati, ma erano felici. – Ricordami di farlo più spesso quando dici che non ti va. – CJ rise accarezzandole la schiena madida di sudore – Sei bellissima. – Ariane sorrise debolmente – Lo ripeti troppo spesso. – – Perché non dovrebbe essere vero? –

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