By Stellanigra
Con questa serie di articoli mi propongo di parlare di Android™ (il “TM” lo metterò solo questa volta…). Conscio che di guide ben fatte su Android se ne trovino a migliaia, qui cercherò di trattare l’argomento in maniera semplice, trattando argomenti che possano risultare utili nella teoria ed applicabili nella pratica.
Ciò nonostante verranno menzionati necessariamente numerosi termini tecnici; in caso di dubbi, ricordate che Google e Wikipedia sono vostri fidati alleati.
Dunque, Android è un sistema operativo utilizzato perlopiù in dispositivi come smartphone e tablet. Negli ultimi tempi si sta diffondendo su diversi altri tipi di dispositivi, cito solo i famosi Google Glass e pc portatili, ma noi ci fermeremo ai comuni device mobili.
Sistema Operativo
Che cos’è un Sistema Operativo (OS)?
Un Sistema Operativo è un insieme di componenti software che fa funzionare un hardware, ovvero che ne gestisce l’operatività di base e coordina l’interazione tra l’utente e le componenti della macchina.
Che cos’è uno smartphone?
Per smartphone si intende un dispositivo evolutosi dal telefono cellulare, dotato sia di caratteristiche proprie dei computer, ovvero di processore, memoria RAM, dispositivi di memorizzazione, schermo con risoluzione medio-alta, connettività, dispositivi audio…, che di specifiche componenti adatte all’esperienza mobile, come fotocamere e sensori vari.
Un tablet in fondo un non è altro grosso smartphone, talvolta privo della capacità di effettuare telefonate; vanno inoltre sempre più di moda dispositivi di dimensioni ibride, detti phablet.
Android è quindi un (insieme di componenti) software che fa funzionare un piccolo computer (molto) portatile.
Batto su questo punto in quanto è importante rendersi conto che quel “telefono cellulare” che paghiamo dai cento fino a ben novecento euro (chi vuole, come per ogni cosa, può spendere anche di più) ha molte più potenzialità di quante in media se ne faccia uso (o se ne abbia necessità).
Android, vedremo più avanti, tra i vari pregi e vantaggi, offre un’ampia possibilità di utilizzare a pieno ciò che si è acquistato e come meglio si voglia; perché quando compri un cellulare, in fondo quello che compri è l’hardware.
Azienda
Bugdroid, la mascotte di Android!
Il logo, ovvero la mascotte, di Android è un robottino verde, chiamato Bugdroid, declinato in varie fogge ed atteggiamenti o “impersonante” i nomi in codice delle varie versioni (vedi dopo). Esiste anche un’intera produzione di robottini da collezionare; per appassionati puri.
Dietro Android c’è Google, il colosso americano dell’ IT (Information Technology) che tutti ben conosciamo, che lo acquistò nel 2005 da un’altra azienda. Google nell’esperienza quotidiana non fa sentire la sua assenza, creando un proprio intero ecosistema d’uso (talvolta abuso), lo vedremo poi.
Libertà di utilizzo
Android è un progetto open source, ovvero il cui codice sorgente è rilasciato con una particolare licenza che ne permette legalmente la modifica e la redistribuzione. Il suo sviluppo è guidato da Google, ma grazie a tale licenza un gran numero di programmatori in tutto il mondo può contribuire ad espanderlo e migliorarlo.
E’ inoltre basato su un kernel Linux, anch’esso open source; ovvero il nucleo del sistema che si interfaccia direttamente con l’hardware fisico è (quasi) lo stesso che fa funzionare i sistemi GNU/Linux che fanno funzionare la maggior parte dei server del mondo che fanno funzionare Internet, ad esempio. Mica robetta.
L’essere “a sorgente aperto” influisce non solo sulle potenzialità di sviluppo e le possibilità di personalizzazione, ma genera un grande valore aggiunto anche sotto il profilo della sicurezza, poiché molte più persone possono leggere il codice e testarne le debolezze; questa è una cosa che vale per ogni software. L’intero sistema è inoltre un ambiente UNIX-like, e ciò permette ancor di più, vedremo, di interfacciarsi e personalizzare lo smartphone come se fosse un vero e proprio personal computer.
Frammentazione
Tutta questa “libertà” e possibilità di partecipazione diffusa fa sì che, al contrario dei suoi maggiori concorrenti (Windows Phone, Blackberry, IOS…) che si ritrovano installati su uno ristretto numero di dispositivi, Android sia utilizzato da una vasta gamma di produttori per far funzionare un gran numero di configurazioni hardware; questo fenomeno, chiamato frammentazione, è un po’ la croce e delizia del mondo Android.
Nella pratica, i vari produttori di smartphone prendono il software Android originale e lo customizzano per i propri dispositivi, personalizzando ad esempio l’interfaccia utente, inserendo caratteristiche proprietarie o facendo trovare preinstallate applicazioni più o meno (crapware) utili. Ciò si traduce nel fatto che esistono e vengono in continuazione prodotti sempre più dispositivi, di diverse fasce (bassa, media ed alta, a seconda delle caratteristiche hardware) e caratteristiche, prodotti da tante aziende diverse (Sony, Samsung, HTC, LG, Motorola…), che portano installate varie versioni di Android diversamente personalizzate. Risulta evidente che, in queste condizioni, creare un software che funzioni su tutti i dispositivi sia un’impresa non semplicissima.
Versioni di Android
Come tutti gli altri sistemi operativi (e in generale tutti i software) Android ovviamente è stato rilasciato in diverse release (versioni di rilascio) nel tempo. Le versioni di Android hanno sia un numero progressivo che un nickname; una caratteristica simpatica è che i nomi in codice delle versioni sono dolciumi, con la lettera iniziale in crescente ordine alfabetico (in inglese ovviamente).
Versioni di Android.
Così, ad esempio, la versione 2.3 si chiama “Gingerbread” (pan di zenzero) e la 4.0 “Ice Cream Sandwich” (biscotto gelato, qualcosa di simile al nostro vecchio “Cucciolone”…). L’attuale versione 4.4 in via di rilascio, frutto di un (per taluni discutibile) accordo di “mutua visibilità” con la multinazionale Nestlé, si chiama “Kitkat”.
Bene, dopo questa frugale panoramica introduttiva, nella prossima puntata prenderemo virtualmente in mano uno smartphone Android, ne esploreremo le principali caratteristiche e cominceremo anche a personalizzare qualcosina.