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Conosco un posticino...

Da Sarettam
Stavolta a voi lettori è richiesta un po’ di fantasia. Dimenticatevi una Saretta di corsa su e giù per l’Italia alle prese con treni, coincidenze e valigia-catafalco al seguito e provate a pensare ad un imponente cancello di colore nero. A dividere le due ante del cancello, un verticale muro in pietra lungo il quale scorre a velocità sostenuta dell’acqua fresca che forma una piccola cascata. Guardando oltre, i soli colori che potete avvistare sono il verde intenso dei cipressi ancora giovani, il verde più chiaro del prato sempre perfettamente rasato e il beige della strada. Alzando lo sguardo e voltandovi verso sinistra, scorgerete un composto borgo un po’ arroccato, il grigio delle cui costruzioni è accentuato e reso ancor più vivido dal verde dal quale è circondato. D’altronde siamo nel cuore della Maremma Toscana e la vegetazione non manca di sicuro. Oltrepassando l’importante cancello e proseguendo con andamento calmo e regolare, magari lasciando dei sassolini per segnare la strada del ritorno, costeggerete sulla destra un campo con dei piccoli promontori, delle bandierine e un piccolo stagno(il fatto che in questo campo talvolta sia possibile avvistare anche qualche appassionato giocatore con tanto di mazza e palline, va sempre messo nel conto) e dopo aver superato un piccolo ponte in legno potete parcheggiare la vostra auto e il consiglio è di andare avanti a piedi perché il silenzio tutt’intorno  farà da perfetta cornice al sottofondo sonoro creato dall’acqua che sgorga. Un  rumore che in una notte stellata potrebbe farvi venire nostalgia di cicale canterine e profumo di gelsomino bianco odoroso. E ora aprite gli occhi perché la fantasia talvolta, può avere un riscontro nella realtà(e anche se così non fosse, ricordate che sognare-anche ad occhi aperti- fa sempre bene!)!
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La calma, è il mood prevalente di quest’oasi di pace, dove i personaggi che la popolano(siano essi lì per lavoro o per relax) sembrano quasi essere vittime di immagini proiettate al rallentatore. 
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Sorrisi cordiali, passeggiate in accappatoio bianco e ciabatte grigie, un cocktail bevuto a bordo piscina, una cena a lume di candela consumata presso il ristorante Gourmet servita da un cameriere affabile sorvegliato da un attento maitre sempre in agguato, la cordialità dello Chef che al termine della cena trova del tempo da dedicare ai clienti per raccogliere impressioni ed elargire consigli.  Quindi non solo acqua termale dalle proprietà terapeutiche che sgorga da 3000 anni alla velocità di 500 litri al secondo con una temperatura costante di 37°, un campo da golf di 70 ettari con un percorso a campionato di 18 buche, relax, pace e trattamenti alle Terme di Saturnia, ma anche ottimo cibo incluso tra le proposte del Resort, per una salubre e totale cura dei sensi. Ai nostri giorni in cui il cliente(la cui soddisfazione è un concetto imprescindibile per gli addetti ai lavori presso il resort) è sempre più informato e forte di una propria cultura critica nei confronti del cibo, a supportare e ampliare l'offerta gastronomica del ristorante principale del complesso (il ristorante Acqualuce dove viene proposta una prelibata cucina tradizionale), è arrivato il ristorante Gourmet All’Acquacotta, dove il neo-stellato Chef Alessandro Bocci, propone i suoi piatti.

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Alessandro Bocci Chef(photo courtesy of Verini & Associati

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Lui Alessandro, giovane, umile, affabile e ciarliero è entrato come apprendista nelle cucine del Resort quando aveva 16 anni poiché quella del cuoco avrebbe potuto costituire una probabile professione. Da allora sono trascorsi 20 anni e in quell’ambiente di lavoro, che lui stesso considera rilassante e stimolante, ha messo le proprie radici. Il lavoro lo ha appassionato e con il suo team di 15 persone gestisce la cucina di entrambi i ristoranti ed eventuali cene/buffet per gli eventi in programma.
“L’organizzazione è alla base di tutto e se sbagli qualcosa nelle prime ore in cucina(la sua giornata lavorativa inizia alle ore 09.00) difficilmente riuscirai a recuperare durante la giornata”.
Il suo quasi riverenziale timore nei confronti della cucina toscana lo fa desistere dallo sconvolgerne i piatti più evocativi e rappresentativi. “Siamo nel cuore della Maremma e il cliente si aspetta di trovare nel menù le zuppe, le carni e la cacciagione cucinate alla maniera tradizionale” afferma Alessandro. 
Se non fosse stato uno Chef avrebbe voluto fare l’agricoltore(la campagna lo rilassa ed è lì che si rifugia con il figlio di 8 anni durante le sue giornate libere), ma mai dare nulla per scontato perché a dispetto della sua passione, le verdure non ama mangiarle. A lui piacciono i sapori forti e decisi, adora la carne cruda ed è golosissimo. E come quasi ogni buon goloso che si rispetti, i dolci, preferisce mangiarli piuttosto che cucinarli.   In cucina ama dedicarsi a primi e secondi e ammette che la creazione di nuovi piatti che finiranno sulla carta(una carta che segue tassativamente la stagionalità) “è un bel lavoro creativo da fare anche in squadra”.
Da relativamente poco nel ristornate Gourmet è arrivata anche l’ambita Stella Michelin, croce e delizia per uno Chef. “Da un lato c’è l’enorme gratificazione personale, dall’altro c’è la pressione perché sai che da quel momento dovrai fare sempre bene, anzi meglio”. Non che prima non fosse abituato a dare il massimo, ma ora è consapevole che l’aggettivo brillante nelle sue giornate lavorative non dovrà mai mancare.
Grande attenzione per le materie prime(qui l’olio utilizzato ad esempio è non solo biologico ma anche  certificato biodinamico!), tecniche sempre più d'avanguardia e un’ottima organizzazione sono il segreto per la riuscita dei suoi piatti grazie ai quali arriva una seconda gratificazione e cioè le attenzioni dei suoi clienti alcuni dei quali abituali, che ritornano per quel risotto alla gallinella profumato al timo(una pianta aromatica della quale non può fare a meno) o che aspettano la sua fuoriuscita dalle cucine per interrogarlo circa il segreto che sta alla base della preparazione di un ottimo spaghetto al pomodoro...
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Tre modi toscani per gustare l'astice


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Risotto con gallinella e asparagi al profumo di timo


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Mezzi paccheri con rana pescatrice e spuma di carciofi e menta


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Filetti di triglia in crosta di pane con rosti di patate e tapenade 


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San Pietro con carciofi alla liquirizia e maionese di ostriche 


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Pré-dessert


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Tiramisù caldo in coppa Martini 

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Semifreddo al torroncino e macedonia di agrumi e frutto della passione


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Piccola pasticceria per accompagnare il caffè

E posso assicurarvi che dopo un bagno in sorgente, un aperitivo a bordo piscina e una cena da veri gourmet vi renderete conto che forse i sassolini lungo il percorso d'andata era meglio se non li avevate seminati... Perdersi, talvolta, può fare solo che bene…

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