Recentemente pubblicato sulla rivista Blood, uno studio scientifico fa il punto della situazione a 25 anni dal primo trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale, eseguito in Francia su un bambino affetto da anemia di Fanconi. Ecco i traguardi raggiunti e quelli in vista per la ricerca scientifica in questo campo.
Vuoi saperne di più sulla conservazione del cordone ombelicale? Scopri come puoi conservare le cellule staminali cordonali del tuo bambino: clicca qui e scarica gratuitamente una guida informativa. Link sponsorizzatoIl documento, dal titolo “Umbilical cord blood transplantation: the first 25 years and beyond” è firmato da Ballen, Gluckman e Broxmayer, tra i maggiori esperti nel campo delle cellule staminali del cordone ombelicale, che ricordano come nel corso degli ultimi 25 anni in tema di conservazione cordone ombelicale e trapianto di staminali del cordone c’è stata una crescita esponenziale: basti pensare che ad oggi sono già stati effettuati oltre 30 mila trapianti di cellule staminali del cordone ombelicale.
Nel documento vengono riportate le basi scientifiche del trapianto di sangue cordonale, e si sottolinea così che le cellule staminali progenitrici ematopoietiche presenti nel sangue del cordone ombelicale hanno una capacità proliferativa superiore rispetto a quelle del midollo osseo, che il sangue del cordone ombelicale può essere lasciato a temperatura ambiente per alcuni giorni senza che si registri una perdita significativa delle funzionalità delle cellule staminali e le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere conservate per oltre 20 anni. Le cellule staminali ematopoietiche del sangue cordonale, inoltre, hanno mostrato una capacità di attecchimento superiore alle staminali del midollo quando sono state infuse su modelli animali di immunodeficienza.
Passando a considerare i vantaggi del trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale per pazienti in età pediatrica, nel documento si ribadisce che la raccolta del sangue del cordone ombelicale non espone ad alcuna sofferenza e ad alcun rischio né la madre né il neonato e si afferma che una singola unità di sangue del cordone ombelicale contiene un numero di cellule staminali ematopoietiche sufficiente per ottenere un ripristino definitivo del sistema linfo-ematopoietico del paziente. I professori ricordano poi anche i principali vantaggi che l’uso delle cellule staminali del cordone ombelicale offre: facile raccolta, nessun rischio per la mamma e il bambino, ridotta probabilità di trasmissione di infezioni, possibilità di crioconservare campioni tipizzati e di averli quindi immediatamente disponibili in caso di necessità, riduzione della GvHD (la malattia del trapianto contro l’ospite). Anche qui, inoltre, si afferma che in futuro il sangue del cordone ombelicale potrebbe essere un valido trattamento per patologie di natura non ematologica, come le malattie degenerative o autoimmuni.
Per quel che riguarda il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale in pazienti adulti, l’esito del trapianto dipende dalla quantità di cellule infuse. Grazie al doppio trapianto di sangue cordonale è possibile risolvere il problema della quantità di cellule disponibili. Il doppio trapianto di sangue cordonale inoltre si è rivelato utile per migliorare il quadro clinico di pazienti adulti affetti da leucemia. Una valida opzione per risolvere il problema dello scarso numero di cellule a disposizione inoltre è l’espansione ex vivo di staminali cordonali.
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