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Conservazione del cordone ombelicale, pochi gli italiani che sanno di cosa si parla

Creato il 16 luglio 2014 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Sebbene qualcosa stia cambiando negli ultimi anni, la scarsa informazione è alla base di uno spreco inestimabile di cordoni ombelicali, che, dopo il parto, vengono gettati nell’immondizia insieme ad altri scarti organici.

Conservazione cordone ombelicale - Guida
Di: Redazione

Il cordone ombelicale rappresenta una risorsa importantissima per il futuro del bambino: infatti, secondo quanto stabilito dal Ministero della Salute con uno specifico Decreto, sono oltre 80 le per le quali può rivelarsi utile il trattamento per mezzo delle cellule staminali del cordone ombelicale. Tra esse, molte malattie del sangue, in particolare leucemie e linfomi, che possono essere trattate per mezzo di un trapianto (autologo o allogenico intrafamiliare) di cellule staminali del cordone ombelicale.

Tra l’altro, l’uso delle staminali cordonali non presenta alcuna problematica di carattere etico: ciò significa che raccogliere e conservare le cellule del proprio cordone ombelicale, oltre ad essere una risorsa contro eventuali future patologie che potrebbero manifestarsi in futuro, è una procedura assolutamente indolore, sia dal punto di vista fisico che sotto il profilo psicologico, in quanto non ha alcuna implicazione o criticità etica.

Il problema sta nella scarsa informazione: perché sono importanti le cellule staminali del cordone ombelicale?

Molte coppie, ad oggi, non sono ancora a conoscenza del potenziale enorme di queste cellule contenute nel cordone: è quanto emerge, tra l’altro, da una ricerca recente dell’istituto Ispo commissionata da Assobiotec, che fa emergere un dato molto importante, su cui vale la pena di riflettere.

Secondo quanto dichiarato nello studio, solo un terzo degli italiani dice di avere sentito parlare di cellule staminali, e oltre l’80 per cento non distingue tra staminali embrionali e cordonali.

Il dato, poi, non riguarda solo le coppie, ma anche gli stessi medici, molti dei quali hanno dimostrato di non avere certi riferimenti in merito: nel sondaggio intitolato “A survey of italian physicians. Opinion about stem cells reasearch: what doctors prefer and what law requires”, condotto su oltre 3360 medici di differente orientamento religioso e con specializzazioni diverse, è emerso che una percentuale elevata di ginecologici e pediatri (il 49 per cento dei medici che hanno risposto al questionario), presenta una scarsa conoscenza delle capacità e delle potenzialità delle cellule staminali.

Per evitare che si continui a gettare una risorsa così importante (non solo per il trattamento delle oltre 80 patologie della lista del Decreto 2009 ma anche per la medicina rigenerativa, di cui le staminali sono protagoniste), è essenziale cambiare direzione, ed offrire alle coppie una più ampia e dettagliata informazione in merito alle potenzialità delle cellule staminali del cordone ombelicale.

 


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