La Pasqua non ha nulla di speciale o lontanamente paragonabile al Natale, per un’atea come me. Quando ero bambina era solo un momento di regali e pranzi con i parenti, giusto per spezzare la monotonia che c’è tra le vacanze natalizie e l’estate, ricevevo quasi una decina di uova di cioccolato, si mangiava in abbondanza, se il tempo era bello, nel pomeriggio si faceva qualche passeggiata per il paese e io mi divertivo con le sorprese trovate nelle uova. Adesso che di parenti non è ho praticamente più, semplicemente non festeggiamo, ma un regalo i miei genitori continuano a farmelo e la cosa mi riempie di gioia.
Ieri ho pranzato con insalata russa e crocchette di patate, oggi con pasta al sugo e verdure…non ho partecipato a grigliate e non ho mangiato cioccolata. Una Pasqua davvero anomala, ma va benissimo così, in fondo io non la sento proprio come festa. Anzi, mi rende quasi malinconica, perché ricordo tutte le persone che ho perso nel corso degli anni, con le quali trascorrevo queste giornate di festa.
Per fortuna che ci sono la mia piccola Nikon e il cielo primaverile a farmi compagnia e a darmi tante soddisfazioni.