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Considerazioni libere (247): a proposito di per cosa e contro cosa...
Creato il 04 settembre 2011 da LucabilliCapisco lo spirito con cui il presidente Napolitano chiede unità in un momento così difficile per il paese e, anche se può sembrare una contraddizione - o almeno molti la fanno sembrare tale - io cerco di scioperare e di manifestare con questo spirito unitario.
Da dipendente pubblico non sciopero contro il mio "datore di lavoro", ossia contro l'amministrazione comunale in cui e per cui lavoro. So che tra i più colpiti da questa manovra finanziaria - come avviene ormai da troppi anni - ci sono proprio i Comuni e so anche che sono tanto più colpiti quanto più sono ben amministrati. Non sciopero contro un'amministrazione che pure ha lo stesso colore politico del governo che ha varato, o meglio sta tentando di varare, una manovra che cambia ogni giorno, se non ogni ora, e che ha un forte connotato classista. Vorrei vedere - e il discorso vale per molti - un po' più di coerenza tra le proteste degli amministratori e le scelte concrete che essi operano ogni giorno; ma mi pare che a questo punto ci si trovi tutti sulla stessa barca e a rinfacciarsi parole e scelte tra amministratori e dipendenti si rischi di fare la fine dei capponi di Renzo.
Naturalmente non sciopero contro i cittadini, che sono gli unici a subire il disagio della mia protesta. Da militante spero che domani il mio ufficio rimanga chiuso e che non funzioni nessun servizio del Comune in cui lavoro. Da lavoratore che crede nella funzione pubblica del suo lavoro - e non è un caso che questo governo non usi più questa espressione, nemmeno per la denominazione del ministero, così come ha "abolito" il termine pubblica istruzione - mi spiace che vengano tolti ai cittadini alcuni loro diritti di base. Tutti i lavoratori che creano un disservizio agli altri, e tanto più noi dipendenti pubblici, abbiamo il dovere di spiegare ai cittadini il motivo per cui stiamo scioperando, consapevoli che stiamo lottando anche per loro, pur nel momento che lediamo qualche loro diritto.
Mi ha colpito un'affermazione fatta dal segretario della Camera del lavoro di Bologna, Danilo Gruppi, riferita alla sciopero di domani: "Con queste misure i padroni non si portano a casa niente. Solo qualche giornata di ponte in meno. La imprese edili che piangono e hanno tutte le ragioni. La norma sulla tassazione degli utili delle cooperative è vergognosa. I consumi sono tornati al livello del 2000. La verità è che le imprese sono in ginocchio e il governo non ha fatto nulla per sostenerle. Questa manovra è una disgrazia per le imprese, scioperiamo per salvare il nostro sistema produttivo". Sono completamente d'accordo, questo è lo spirito di vera coesione nazionale. Io domani sciopero non solo per i lavoratori, ma sciopero per l'Italia, per il futuro di questo paese.
Il mio spirito di coesione nazionale però finisce necessariamente qui. Non mi si può chiedere di stare sulla stessa barca con questo governo, con chi è responsabile di questo stato di cose, con gli evasori e i furbi di ogni risma, con i ricchi che difendono i loro privilegi. Cito ancora una volta Stajano: "è difficile, se non impossibile, un'unità d'intenti, una condivisione dell'agire, spesso auspicate, quando i principi fondamentali su cui dovrebbe reggersi una comunità vengono così smaccatamente negati". Io contro questi manifesto e manifesterò e con questa Italia non voglio avere niente a che fare. Non c'è appello che tenga: è il momento delle scelte, o di qua o di là.
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