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Considerazioni sul genere Mecha

Creato il 24 giugno 2012 da Omero81

Il Mecha è sicuramente il genere con cui viene identificata a livello generale l’animazione Giapponese.
Questo genere ha avuto il merito di far appassionare una generazione di ragazzi, ma ha anche limitato l’intero mondo degli anime.

A fine anni 70 arrivarono nel nostro Paese i robot di Go (Kiyoshi) Nagai. Goldrake e Mazinga ebbero subito un grande successo fra gli adolescenti, e nel decennio successivo manga e anime divennero popolari anche in Italia.
Il mecha è fondamentalmente un genere di puro intrattenimento pensato principalmente per ragazzi dai 14 ai 20 anni circa, che ha alcuni schemi narrativi fissi: il robot buono pilotato da un giovane umano che combatte contro l’invasore alieno; il che deriva dalla tradizione del Samurai e dal desiderio di rivalsa del popolo Nipponico sugli accadimenti della Seconda guerra Mondiale. Sebbene di buona fattura generale, gli anime mecha non propongono nessuna riflessione psicologica e nessuna analisi sociale e, a differenza degli altri generi non hanno mai avuto un’evoluzione concettuale.

Molti appassionati di mecha sostengono che ci sia un filone maturo del robotico che sarebbe rapresentato da autori come Tomino e Takahashi, in realtà questi hanno creato un sottogenere di nicchia costituito da uno sparuto gruppetto di titoli.

La realtà è che il mecha non è fatto per essere maturo, e negli anni 80 hanno proliferato cloni di altri cloni, senza cambiare nulla del format di base, limimitando l’autorialita in favore del merchandise.



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