Se è vero che ne uccide più la penna che la spada, è altrettanto vero che oggi usare la scrittura è diventato sempre più difficile e soprattutto rischia di assumere la forma di una tendenza verso il suicidio.
In special modo quando si vuole spiegare, in un certo senso, cos’è l’eleganza, cosa significa avere il giusto “modo di fare” e innalzarsi a muraglia contro una volgarità dilagante e oramai, ahinoi, imperante. Davvero, qui, si potrebbe veder rivoltarsi la propria arma verso la propria gola.
Consigli di stile (Historica Edizioni) di Alfredo de Giglio – direttore, come ben saprete anche dalle nostre pagine, del progetto Stilemaschile – sintetizza in 99 gocce la filosofia del suo autore (e in realtà di molti altri) con un piglio essenziale, caustico, a volte esplicitamente provocatorio e con l’amara ironia di chi si rende perfettamente conto di trovarsi in una società sempre più distante dal significato stesso di civiltà. Lo fa in modo presente, lanciandosi consapevolmente – e quasi machiavellicamente aggiungeremmo- nella pugna, privo di scrupoli o dei timori di cui sopra.
Dopo l’evocativa e sardonica introduzione di Paolo Tarulli e la postfazione “barricadera” del giovanissimo Marco Capriotti, la lettura va a concentrarsi su questi 99 moderni haiku del gentleman, che però molto spesso si trasformano in kōan senza soluzione e non solo per i cosiddetti “allievi” del buongusto.
Forse la prima goccia, riesce ad essere quella programmatica, che può regalarvi il senso di tutto questo piccolo libro, offrirvi lo spunto ideale per cominciare a sfogliarlo “La parola di un uomo è sacra”.
La sacralità di quanto detto, oggi, è soltanto un ventaglio bellissimo sulla parte offerta all’interlocutore, che nasconde la sua vera entità: quella trasandata, incurante di qualsiasi cosa gli sia attorno e di chiunque non sia la propria persona nel retro su cui si respirano le parole.
Proprio da qui si apre tutto il cammino attraverso le restanti 98 gocce: tra il divertimento al vetriolo di “Chi mette le sneaker sotto un abito merita l’elettroshock (è un’iperbole, ma mica tanto)” e autodafè impietosi come “Ogni uomo elegante nasconde tracce di cattivo gusto”.
Alfredo de Giglio compila, in miniatura, un vademecum riflessivo, utile e auto-riflessivo, da non leggere con il sorriso compiaciuto di chi condivide quanto scritto in quanto possessore di certe idee e quindi praticante, ma con calma e come se fosse uno specchio fiabesco. Uno di quelli cui mettersi di fronte e solo per ricevere la verità. E il risultato, non crediamo possa essere sempre così esilarante.
Da leggere. Con i giusti filtri inseriti, con lo sguardo e la mente aperta e traendone il massimo godimento e, perché no, giovamento.
Un po’ come l’Hagakure.
Buona scelta
IBD
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