In tempi di crisi, tra le paure legittime che disturbano il sonno, quella sul futuro dei figli è una delle più urgenti. Come essere buoni genitori in tempi di instabilità economica? Come difenderli dalle insidie dei mercati finanziari? Come creare le condizioni affinchè possano essere responsabili-autonomi-consapevoli e “orientati alla professione uomo che con razionalità e libertà sa progettare e progettarsi?”
Seguire l’istinto è la risposta preferita da molte mamme e papà, anche se, quando le preoccupazioni e i carichi emotivi salgono alle
stelle, applicare una tecnica può rivelarsi molto utile (e calmare le coscienze). Una pratica interessante arriva da oltreoceano: retribuire i chores, ovvero i lavoretti di casa.Chi di noi non ha mai sbuffato quando la mamma ci chiamava dall’altra stanza per farci apparecchiare la tavola o disfare la lavastoviglie? Probabilmente se per ogni compitino avessimo ricevuto mille lire, saremmo stati più motivati. Se ad alcuni sembrerà una tecnica di riflessi condizionati stile Pavlov, dovranno comunque tenere presente che Stati Uniti esistono veri e propri manuali age and sex specific: ad ogni età il suo compitino, tanto per maschietti quanto per femminucce. Per esempio, vediamo qui e qua. Si inizia a 2 anni dando da mangiare ai pesci nell’acquario o mettendo i tovaglioli sulla tavola e si termina a 12 con il lavaggio della macchina e la preparazione della cena.E a ogni compitino corrisponde una paghetta.
Senza entrare nei dettagli, ecco alcuni esempi del valore economico dei diversi chores: fare la lavatrice rende mediamente 25 dollari al mese, tagliare il prato 29 e lavare la macchina, ahimè, soltanto 12.
Secondo quanto rileva un recente articolo del Wall Street Journal, dietro al valore economico dei chores, si nasconde una vera e propria teoria dell’educazione, che vede schierati psicologi ed esperti. Per alcuni il messaggio che ad ogni centesimo guadagnato corrisponda una goccia di sudore è una relazione che deve essere chiara sin dal compimento del secondo anno di vita. Secondo altri, invece, associare una retribuzione economica ai “compitini di casa” ostacolerebbe lo sviluppo di un’etica professionale: se aiuto in casa lo faccio perché voglio bene a mamma e papà e non per scaricare una nuova app sull’Iphone.
E poi, attenzione, ci sono doveri e doveri. Alcuni fanno capo al ruolo di citizen of the household: lavarsi i denti, mettere a posto i propri giocattoli, finire la cena nel piatto. Se così non fosse, i piccoli lavoratori di oggi si trasformerebbero in una schiera di adulti che non muove un passo senza una prospettiva di guadagno e questo creerebbe l’effetto contrario a quello voluto. Ci sono poi i lavoretti che rientrano nella categoria Work For Pay, nessun obbligo, ma se li fai sei premiato a dovere.
Per semplificare il processo e rendere tutto più organized dai siti specializzati si possono scaricare le charts, da stampare e appendere al frigorifero. E così via alla competizione fraterna che, a meno che non degeneri in forme di fratricidio, potrebbe rivelarsi una manna dal cielo per la mamma (tant’è che lo slogan del il sito da cui si possono scaricare queste charts è: seek the freedom to simplify).
Soffermiamoci sulle conseguenze. Per conseguenze intendiamo sia il risultato pratico del “guarda cosa sa fare mio figlio” sia la soddisfazione delle mamme che hanno più tempo libero da dedicare al club del libro o a preparare la confettura di mirtilli per i vicini di casa.
Amber, mamma di una bimba di 17 mesi – in uno dei tanti forum sul tema – scrive che “mentre passo l’aspirapolvere, le lascio usare lo scopino elettrico. Mi aiuta anche a fare la lavatrice, mette i panni dentro e fuori”. Oppure Jayme: “(…) Aggiungo che facciamo cambiare alla sorellina di 7 anni il pannolino al fratellino di 1. E il bambino di 4 anni annaffia le piante in casa”.
Le responsabilità crescono al crescere del numero di figli ed ecco una delle tante ragioni per cui di figli se ne fanno molti negli Stati Uniti.
Fintantochè la fiducia nell’istinto materno allontana il sospetto di essere di fronte a sfruttamento dei minori, la domanda sorge spontanea: why not? Perché non seguire i consigli dagli Stati Uniti e tentare?
In fondo non è raro qui da noi imbattersi in ultramaggiorenni che non hanno un conto in banca ma che si appoggiano su quello di mammà. Iniziando da piccoli ci si responsabilizza da grandi. Di compitini ce ne sono tanti e diversi, più e meno faticosi, per maschi e femmine e per ciascuna fascia di età. Negli Stati Uniti è un metodo educativo che ormai fa moda consolidata: basta googlare “Chores for Kids” per capire quanto questa nuova – ma anche vecchissima – abitudine sia ancora in voga.