Magazine Cultura
C'è un filone di lettori che ama i romanzi ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, un periodo che ha sempre molto da raccontare e denunciare, vediamo quindi cosa poter regalare...
Sicuramente La Chiave di Sarah di Tatiana de Rosnay (qui la recensione), un romanzo uscito nel 2008 che narra uno dei più grandi rastrellamenti della storia, quando a Parigi, nel Vél d'Hi, persero la vita oltre 4000 bambini tra i 2 e i 12 anni.
Pensare alla Guerra riporta subito alla mente gli orrori della deportazione nazista, ma ci sono episodi, meno ricordati, che hanno portato altrettanto dolore e seminato altrettanta morte.
Con questo romanzo si ripercorre uno stralcio di storia vera attraverso gli occhi di una bambina che tenta disperatamente di salvare il fratellino.
Recentemente uscito per la Garzanti, e quindi di facile reperibilità, Avevano Spento Anche la Luna di Ruta Sepetys (qui la recensione). Un altro orrore dimenticato, insabbiato, di cui poco si parla e si è parlato. La deportazione dei popoli estonici in Siberia. Anche questa storia è narrata dalla voce di una ragazza che non ha ancora 16 anni, una ragazza che da un giorno all'altro perde tutto. Di famiglia benestante, dall'infanzia felice, circondata da amore e gioia, Lina si ritrova catapultata al centro di un orrore che non credeva possibile. E con la sua famiglia tenterà di sopravvivere, al freddo, alla fame, alla fatica...
Anche la Newton Compton ha da poco pubblicato un titolo da non farsi scappare agli amanti del genere, anche per l'ottimo rapporto qualità/prezzo. (€ 9,90 per 336 pagine). Auschwitz. Ero il numero 220543 di Denis Avey.
Questa è la storia agghiacciante di un soldato americano che entrò volontariamente ad Auschwitz scambiando la sua divisa da militare con quella a righe dell'ebreo Hans. Un racconto lucido e terribile, una vera testimonianza di chi - con la morte - ci ha vissuto giorno e notte.
Denis Avey, oggi ultranovantenne, ha voluto mettere nero su bianco la sua vicenda, consapevole che ormai i superstiti di quel periodo, sono sempre meno.
Da non dimenticare poi Il Bambino con il Pigiama a Righe di John Boyne da cui è stato tratto anche un film. Esiste anche la vendita abbinata al dvd, ma per quanto io ami il cinema, questo genere lo riesco ad apprezzare solo sulla carta. Sul grande schermo mi sembra di rivivere sempre gli stessi orrori, non riesco a trovarci il vero significato che trasuda dalle pagine di un testo e che l'autore stesso vuole trasmettere.
Anche in questo caso i bambini fanno da protagonisti. Ma non solo bambini condannati, ma anche bambini che non capiscono cosa sta succedendo... Bruno è il figlio di un comandante delle SS, e Shmuel è il suo amico che vive al di là di un recinto di filo spinato... due vite tanto diverse eppure unite da un destino che non conosce etnie...
Un'uscita un po' più vecchia, del 2006, è L'Inventore di Compleanni di Adolfo Garcia Ortega. La storia la narra l'autore stesso il quale viene ricoverato in ospedale di Francofrote a causa di un incidente stradale durante il trasporto ad Auschwitz e dicide di dar voce al piccolo Hurbinek che ha potuto vivere solo 3 anni e di cui tutti si sono dimenticati (tranne Primo Levi che lo ricorda ne La Tregua). Un testo di soli 270 pagine che colpisce quanto un pugno in pieno stomaco.
Un romanzo davvero imperdibile è Sopravvivere con i Lupi di Misha Defonseca. Questa non è una storia di prigionia, ma quella di una ragazzina che ha attraversato a piedi l'Europa, dal Belgio all'Ucraina, per ritrovare i suoi genitori, deportati nei lager nazisti. Una storia vera che ha dell'incredibile, leggendo il titolo si potrebbe pensare che i lupi siano l'elemento "cattivo" della narrazione, ma è tutto il contrario. Tra tante difficoltà, Misha è sopravvissuta proprio grazie a loro che l'hanno scaldata, nutrita e protetta... mentre l'uomo uccideva, l'animale manteneva vivo il suo spirito di conservazione...
Anche da questo romanzo è stato tratto un film.
Termino veloce con due titoli che se non avete letto meritano moltissimo. Il Rogo di Berlino di Helga Schneider (ma tantissimi romanzi della Schneider sono degni di nota, vedi Heike riprende a respirare, Io, piccola ospite del Führer, Il piccolo Adolf non aveva le ciglia, Lasciami andare, madre) e La casa dei bambini dimenticati di Matthews Owen ambientato durante la dittatura di Stalin, in una Russia fredda e dimenticata dove una bambina perde la famiglia e una volta divenuta donna si innamorerà di un giovane diplomatico inglese, stando sempre dalla parte del "nemico"...
Direi che è tutto, penso che gli appassionati di queste storie abbiano già Se Questo è un Uomo di Primo Levi e Il Diario Anna Frank, due romanzi che ormai sono un classico e che ho quasi dato per scontato.
Inoltre, dal momento che i gusti sono sempre discutibili, segnalo anche Sasenka di Simon Montefiore nonostante non mi abbia coinvolto come avrei voluto. Ma lo dico più volte e non mi stanco di ripeterlo, un libro andrebbe letto con la consapevolezza di quello che si sta per leggere. Molte volte la critica, le fascette promozionali e quant'altro sviano molto. Pensavo di avere davanti un romanzo diverso e l'ho letto arrabbiata perchè non mi piaceva che venisse spacciato per il nuovo "dottor Zivago". Ma se vi approcciate al testo, sapendo che è uno spaccato della Russia comunista e accettate una protagonista che ha ben poco dell'eroina, ma è una vittima di quell'enorme tritacarne che è il sistema... allora potrebbe piacervi. Per dover di cronaca qui la mia recensione.
Alla prossima!
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