Autore: Nassim Nicholas Taleb Editore: Il Saggiatore Collana: Cultura ISBN: 9788856501193 Anno di prima edizione: 2008Ho scoperto questo libro per caso, diciamo in uno dei miei viaggi di lavoro, tra mille discussioni e centinaia di naturali digressioni di ricerca in Inghilterra, un dotto docente di Cambridge mi consigliò vivamente di leggere questo libro, che poi mi ha ispirata personalmente, nel mio lavoro. Il concetto è molto semplice: prima della scoperta dell’Australia gli abitanti del vecchio mondo erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi. Una convinzione inconfutabile poichè sembrava confermata dall’evidenza empirica. L’avvistamento del primo cigno nero fu una sorpresa, e confermò il grave limite del nostro apprendimento basato sulle osservazioni e sull’esperienza e quindi quanto è debole e limitata la nostra conoscenza. Il problema è affascinante e complesso, è logico-filosofico ma trova spazio tra la matematica, la statistica, l’economica e tanto altro. Quello che qui è chiamato cigno nero è un evento isolato, non rientra nelle aspettative, ha un impatto enorme, e la natura umana tenta di elaborare spiegazioni e giustificazioni a posteriori studiando una prevedibilità praticamente impossibile. A primo impatto può far paura un libro del genere, paroloni e frasi come “arroganza epistemica della razza umana”, o concetti come “pieghe platoniche” e “finanza quantitativa”. E’ un libro ispirante e cambia la prospettiva e il punto di vista della comune opinione sul verificarsi di eventi improbabili. Io ho cominciato a scommettere sugli eventi improbabili, rari ed inattesi, i cosiddetti “inconcepibili”, quelli che rovesciano un sistema. Avrò fatto bene? Marialisa Scatà
Archiviato in:Consigli per la lettura, Saggistica