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Consiglio comunale, il drammatico discorso di Perri e il resoconto dell’ufficio stampa

Creato il 08 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Niente da fare, le rette scolastiche aumentano subito anche se il sindaco propone un’intesa per mitigare la mazzata.

CONSIGLIO COMUNALE DELL’8 LUGLIO 2013

In apertura di seduta il Presidente del Consiglio Comunale Alessio Zanardi ha comunicato l’avvenuta variazione dei membri supplenti nella Commissione consiliare permanente attinente le Politiche Culturali e nella Commissione consiliare permanente attinente i Rapporti con le Periferie e le Politiche della Sicurezza.

I lavori della seduta consiliare sono proseguiti con il dibattito generale sul Bilancio di Previsione 2013, che si è protratto per l’intera mattinata. Nel dibattito sono intervenuti gli esponenti di tutti i gruppi consiliari che si sono soffermati, in base alle rispettive competenze e sensibilità, sui diversi aspetti del Bilancio di Previsione, esprimendo apprezzamenti o critiche. Hanno preso così la parola i consiglieri: Italico Maffini (Lega Nord), Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà), che ha ricordato l’emendamento fatto pervenire nei giorni scorsi, sottoscritto anche dalla consigliera Maura Ruggeri (Partito Democratico), riservandosi di illustrarlo successivamente: Si propone al Consiglio Comunale di deliberare in merito all’emendamento sotto descritto, bilancio di previsione 2013 ed al bilancio 2013-2015. Bilancio 2013: Minore spesa – 100.000,00, contributo per Fondazione Ponchielli; minore entrata – 100.000,00 euro: rette scuole per l’infanzia comunale; Bilancio 2014: Minore spesa: – 100.000,00, spese per la Giunta Comunale; – 50.000,00, contributo per la Fondazione Ponchielli; Minore entrata: – 150.000,00, rette scuole per l’infanzia; Riccardo Mancini (Obiettivo Cremona), Roberto Gandolfi (Gruppo Misto), Elena Guerreschi (Partito Democratico), Michele Ceresa (Gruppo Misto), Mirella Marussich (Popolo della Libertà), Gianfranco Berneri (Partito Democratico), Giacomo Zaffanella (Gruppo Misto), Giovanni Gagliardi (Partito Democratico), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Caterina Ruggeri (Partito Democratico), Carlo Zani (Popolo della Libertà), Daniele Burgazzi (Partito Democratico), Giorgio Everet (Popolo della Libertà), Roberto Poli (Partito Democratico), Laura Anni (Popolo della Libertà), Roberto Borsella (Popolo della Libertà) e Luca Grignani (Popolo della Libertà).

I lavori sono ripresi nel pomeriggio con l’intervento del sindaco Oreste Perri che, dopo avere ringraziato per le parole di apprezzamento espresse ed anche per i suggerimenti pervenuti, ha tenuto a rimarcare la difficoltà che ha caratterizzato la preparazione del Bilancio di Previsione 2013: in quattro anni si sonno infatti succeduti ben tre governi e sono state profondamente modificate le regole del gioco. Basti pensare che il termine per l’approvazione del Bilancio di previsione è stata spostata a fine settembre. Tutte le amministrazioni locali versano in una situazione di difficoltà, mentre la grave crisi che sta attraversando il Paese rende tutto più complesso. Pensando alla recenti elezioni amministrative, ed al calo consistente dell’affluenza alle urne, viene infatti da pensare che la politica sta ormai perdendo di credibilità una credibilità che deve riconquistare. Ci si trova di fronte ad una forte riduzione dei posti di lavori, ma il problema della disoccupazione va affrontato ad un livello più alto di quello locale. Si parla di ridurre la spesa per abbassare la pressione fiscale: ebbene, questo, l’Amministrazione Comunale lo ha già fatto cercando di rimediare ad una situazione determinata da scelte sbagliate compiute in passato e di cui ora si stanno scontando le conseguenze. Nessuno, ha poi precisato il sindaco, si è infatti mai scandalizzato che il 50% degli utenti non pagasse i servizi a domanda individuale! In quattro anni sono stati ridotti i compensi degli assessori del 40%, le spese di rappresentanza sono diminuite dell’80%, vi è stata una riduzione della spesa del personale di un milione e mezzo di euro e nel 2013 sarà di oltre 900 mila euro. Si è passati da una spesa complessiva di 27 milioni a 25 milioni di euro. Sono state ridotte le consulenze esterne per un importo pari ad un milione e mezzo di euro, per arrivare a 600 mila euro. E’ stata compiuta un’azione di giustizia sociale stabilizzando 32 lavoratori precari.
Riferendosi all’emendamento per ridurre il finanziamento alla Fondazione Teatro Ponchielli, il sindaco ha tenuto a ribadire che il Teatro è una delle eccellenze della nostra città e che, negli ultimi quattro anni, gli stanziamenti alla Fondazione sono già stati ridimensionati. Chiedere un’ulteriore riduzione significa andare incontro ad una scelta azzardata che potrebbe compromettere l’esistenza di questa istituzione dal momento che nella Fondazione sono presenti soggetti privati che potrebbero anch’essi tirarsi indietro di fronte ad un identico passo del Comune. Il sindaco ha quindi ricordato il lavoro che stanno compiendo i consiglieri comunali ai quali sono stati affidati speciali compiti che, tutti a titolo gratuito, stanno lavorando per il bene della città con risultati che si vedono.
Per quanto riguarda il Museo del Violino, il sindaco ha tenuto a rimarcare che se il Palazzo dell’Arte, prima della riqualificazione valeva 6 milioni di euro, ora ne vale 22. In ogni caso la Fondazione viaggia in modo autonomo e il Comune non sarà chiamato a farsi carico di eventuali difficoltà. Si è detto dispiaciuto il primo cittadino di sentire che è tutto sbagliato, mentre è necessario lavorare insieme, partendo da iniziative che prevengano ed evitino di trovarsi poi di fronte all’emergenza.
Su piazza Marconi, il sindaco ha detto chiaramente che, nel 2010, di fronte al fatto che la realizzazione dei quattro piani avrebbe potuto comportare degli imprevisti che sarebbero poi stati a carico del Comune e dunque dell’intera collettività, si optò per realizzare due piani. D’altra parte, la convenzione fatta in passato con SABA non offre molte possibilità di uscita: o il Comune interviene direttamente oppure è necessario cedere posti auto. Da qui il suo richiamo a parlare di questa situazione con cognizione di causa. Il sindaco ha chiesto solo di essere comprensivi nella difficile situazione attuale visto che il Comune, dopo la vendita delle farmacie e quindi di tutto il servizio idrico fatta dalle precedenti amministrazioni, non ha più nulla da vendere.
Per quanto riguarda le scuole per l’infanzia, il sindaco si è assunto l’impegno di mitigare, per quanto possibile, l’impatto che potrebbe derivare dall’introduzione delle rette di frequenza attraverso il confronto con le parti sociali e il coinvolgimento della Consulta dei genitori, pur convinto che una certa misura di compartecipazione da parte di chi richiede un servizio sia legittima: l’aiuto va dato a chi ne ha effettivamente bisogno.
Rispondendo a chi aveva rimproverato la mancanza di investimenti in opere pubbliche, il sindaco ha ricordato che sono stati compiuti in questi quattro anni investimenti importanti. Per quanto riguarda via Dante non è stato possibile andare oltre in quanto sono pervenuti dalla Regione i finanziamenti per la realizzazione dei sottopassi, un’opera che deve essere completata entro il 2014: non era possibile rinunciare ad una simile opportunità per Cremona. In totale, anche con l’intervento dei privati, sono stati movimentati 70 milioni di euro in opere pubbliche: un investimento che produce posti di lavoro. In ogni caso, se, su un bilancio di 134 milioni, viene presentato un emendamento di soli 100 mila euro, ha aggiunto il sindaco, significa che si tratta di un bilancio fatto bene, certamente migliorabile, s’intende, ma è necessario che l’ascolto sia reciproco e non ci si limiti a contestare a priori senza offrire soluzioni alternative.

Il sindaco Oreste Perri ha poi ripercorso velocemente la situazione in cui è stato predisposto il Bilancio di previsione 2013: un ulteriore taglio dei trasferimenti dallo Stato nel 2013 per effetto del decreto “spending review” dell’estate 2012 pari a 2.250 milioni di Euro, taglio che si aggiunge ai 2.500 milioni di Euro sottratti nel 2012 e ai 1.500 milioni di Euro nel 2011; complessivamente nel giro di tre anni ai Comuni sono venute meno risorse dallo Stato, senza alcuna compensazione, per 6.250 milioni di Euro, questo per il Comune di Cremona ha significato minori risorse trasferite nel triennio 2011-2013 per € 9.260.000,00;
crollo delle entrate da oneri di urbanizzazione per effetto della grave crisi economica e del settore dell’edilizia: dunque azzeramento della possibilità di utilizzare queste risorse per far fronte alla spesa corrente, ovvero la spesa necessaria per far funzionare ogni giorno i diversi servizi comunali: gli oneri di urbanizzazione erano ancora pari a €4.890.000,00 nel 2008, sono € 1.590.000,00 nel 2012, con una diminuzione in pochi anni di € 3.300.000,00;
un patto di stabilità interno con un obiettivo ancora più impegnativo nel 2013 rispetto al 2012, pari ad un avanzo di competenza mista da raggiungere di € 8.449.000,00, per effetto sia di un adeguamento delle modalità di calcolo della spesa media corrente e sia per effetto non detraibilità del nuovo taglio dei trasferimenti dallo Stato;
un aumento delle norme e dei controlli sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio, sia in termini di contenimento della spesa corrente sia di adeguamento delle tariffe dei servizi all’utenza, con un ruolo sempre più attento ed incisivo della Corte dei Conti.
Per il Comune di Cremona il lavoro sul bilancio di previsione 2013 è iniziata già nel luglio del 2012, quando la difficile situazione dei conti pubblici locali veniva resa nota, dall’Assessore al Bilancio e dal Direttore Generale, a tutti gli Assessori ed ai Dirigenti invitandoli ha proporre significative ottimizzazioni della spesa corrente, ovvero un contenimento di almeno il 10%. Il 20 dicembre 2012 e il 5 marzo 2013, dopo proposte, approfondimenti e aggiornamenti da parte di Assessori e Dirigenti, si ribadiva alla Giunta Comunale il permanere di una situazione di grave squilibrio della parte corrente del bilancio comunale molto vicino a € 8.000.000,00.
Il confronto con le entrate dell’anno precedente evidenziava le seguenti oggettive criticità:

1) tagli dei trasferimenti dallo Stato per effetto del decreto “spending review” pari a €3.700.000,00 circa;
2) abrogazione con legge dello Stato della addizionale ex-ECA al ruolo TARSU pari a €920.000,00;
3) minori entrate da IMU altri immobili, rispetto alle previsioni al 2012, per circa €800.000,00;
4) minori entrate da sanzioni Codice della Strada per €300.000,00;
5) minori proventi da concessione di cappelle cimiteriali, rispetto alle previsioni al 2012, per € 1.530.000,00 a seguito dell’operazione straordinaria realizzata nel 2012 relativa alle concessioni rilasciate per le cappelle del 2° lotto del campo n. 6;
6) minori dividendi dalle aziende partecipate per € 1.400.000,00;

Per quanto riguarda le spese correnti il confronto con il 2012 evidenziava, nel 2013, tra l’altro:

1) alcune nuove maggiori spese obbligatorie rispetto all’anno precedente per un valore di € 1.030.000,00;
2) un aumento dei prezzi al consumo (inflazione) dei beni e servizi acquistati, rispetto al 2012, del 3,0% (ISTAT);
3) un aumento delle tariffe energetiche (energia elettrica e gas) particolarmente significativo anche per il Comune, considerato il servizio di illuminazione pubblica, le scuole, gli impianti sportivi, gli uffici comunali, ecc.

Alla fine lo squilibrio di bilancio di parte corrente per l’anno 2013 è sceso a € 3.512.500,00 per effetto di una serie numerosa di misure e impegni che si adotterebbero con l’approvazione di questo bilancio, in particolare:

1) un forte contenimento della spesa corrente non obbligatoria di tutti i servizi; con l’eccezione dei Servizi Sociali, dove la spesa a carico del bilancio comunale cresce di oltre € 350.000,00;
2) un forte contenimento della spesa del personale pari a € 945.600,00;
3) un adeguamento delle coperture delle spese dei servizi a domanda individuale pari nel 2013 a 36,95% (copertura scesa nel 2012 al di sotto del riferimento di legge 36% e fra le più basse dei Comuni capoluogo del nord Italia), in particolare per quanto riguarda asili nido, mense scolastiche, scuola infanzia, ingressi musei, impianti sportivi.

L’equilibrio di bilancio richiesto dalle norme di legge viene raggiunto attraverso due misure, dolorose ma necessarie: incrementando l’addizionale IRPEF da 0,65% a 0,80%, portandola sostanzialmente in linea con gli altri capoluoghi italiani; incrementando l’IMU sugli immobili diversi dall’abitazione principale da 0,93% a 0,98%, al di sotto, invece, di numerosi altri capoluoghi italiani dove l’aliquota 1,06% sembra essere la regola, ma mantenendo il sistema delle aliquote agevolate già regolamentato nel 2012 in sede di prima applicazione del tributo. Per il sindaco è stato fatto tutto quanto era possibile nella situazione data.

Sono poi intervenuti il vice sindaco e assessore al Bilancio Roberto Nolli che, dopo avere citato le dichiarazioni del nuovo presidente dell’ANCI Nazionale, Piero Fassino, sindaco di Torino*, ha evidenziato che, nonostante gli innumerevoli tagli effettuati dal 2009 ad oggi, i servizi a Cremona sono migliorati, niente è stato ridotto, i servizi funzionano tutti a fronte di un modesto incremento della percentuale di copertura dei costi dei servizi passati dal 35,4% al 36,9%; l’assessore alle Politiche Educative e della Famiglia Jane Alquanti, l’assessore alle Politiche Culturali Irene Nicoletta De Bona, l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli, l’assessore all’Urbanistica Federico Fasani, l’assessore al Personale Maria Vittoria Ceraso, l’assessore ai Servizi Cimiteriali e Rapporti con le Periferie Claudio Demicheli, l’assessore ai Servizi Sociali Luigi Amore, e infine l’assessore alle Politiche Ambientali e Sicurezza Francesco Bordi.

Terminati gli interventi da parte della Giunta, il consigliere Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà) ha illustrato l’emendamento presentato nei giorni scorsi, precisandone lo scopo, quello cioè di esprimere la non condivisione di una scelta politica, di introdurre una moratoria così da aprire innanzitutto un dibattito. A seguire la consigliera Maura Ruggeri (Partito Democratico) ha presentato ed illustrato il seguente ordine del giorno: Considerato che la Giunta, riunitasi il 6 luglio, ha dichiarato essere in arrivo cospicui stanziamenti dal fondo sociale nazionale e dalla Regione per l’Ambito distrettuale di Cremona, di cui il Comune di Cremona è in parte destinatario, s’impegnano il Sindaco e la Giunta ad avvalersi di parte di quei fondi e/o di altre risorse, comunque reperite, a copertura, per l’intero anno scolastico 2013/2014, della nuova tariffa prevista per la scuola dell’infanzia comunale e per diminuire la compartecipazione delle famiglie ai costi dei nidi comunali, con particolare riferimento alle prime fasce due fasce ISEE individuate dal regolamento comunale; ad aprire, sulla base di tali presupposti, un percorso partecipativo e di confronto con i genitori. Si è quindi aperto il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Mauro Fanti (Partito Democratico), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Daniele Burgazzi (Partito Democratico), Italico Maffini (Lega Nord), Roberto Poli (Partito Democratico) e Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà). Prima di procedere con la votazione è intervenuto l’assessore Luigi Amore per fornire alcune precisazioni.

E’ stato posto in votazione dapprima l’emendamento proposto dal consigliere Ferdinando Quinzani che stato respinto (11 hanno votato a favore, 20 contro e tre si sono astenuti: Maffini, Ferraroni e Vitali), è toccato quindi all’ordine del giorno, anch’esso respinto (13 a favore, tra cui i due consiglieri della Lega Nord, e 21 astenuti).

Si sono quindi susseguite le dichiarazioni di voto, da parte dei capigruppo, in questo ordine: Maura Ruggeri (Partito Democratico), che ha espresso una valutazione pesantemente negativa sulla manovra, Italico Maffini (Lega Nord), che ha dichiarato la posizione contraria del suo gruppo, Giancarlo Schifano (Popolo della Libertà), che ha manifestato la sua assoluta contrarietà al Bilancio di previsione, Santo Canale (Cremona nel Cuore), anche lui contrario, Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà), contrario, Luca Grignani (Popolo della Libertà), favorevole.
Terminate le dichiarazioni di voto, sono iniziate le votazioni delle delibere sotto riportate.
Modifica alle disposizioni regolamentari in materia di variazione dell’aliquota dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche. Determinazione dell’aliquota dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche per l’anno 2013.

Il Consiglio Comunale, con 21 voti a favore e 13 contro, ha modificato le disposizioni regolamentari per la variazione dell’aliquota dell’addizionale comunale sul reddito delle persone fisiche, approvando l’aliquota stessa per l’anno 2013, nella misura dello 0,80 %. Pertanto, l’aliquota dell’addizionale comunale IRPEF in vigore dal 1° gennaio è quella dello 0,80 %.

L’aumento dell’aliquota (che nel 2012 era dello 0,65%) è finalizzato a reperire le risorse necessarie al pareggio del bilancio di previsione, tenuto conto che la legge riconosce ai Comuni tale facoltà.

Modifica alle disposizioni regolamentari in materia di Imposta Municipale Propria (I.M.U.). Determinazione delle aliquote per l’anno 2013.

Con 21 voti a favore 13 contro, il Consiglio Comunale ha approvato le aliquote relative all’Imposta Municipale Propria per l’anno 2013, come sotto indicato, aumentando le aliquote differenti da quella per abitazione principale e relative pertinenze, per reperire le necessarie risorse così da garantire il pareggio di bilancio, tenuto che la modifica delle aliquote stabilite dalla legge rientra fra le facoltà accordate ai Comuni dalla vigente normativa.

ANNO 2013
Aliquota di base
0,98%
Aliquota per abitazione principale e relative pertinenze
0,50%
Abitazioni locate ai sensi della Legge 431/98 art. 2 comma 4
0,62%
Abitazioni di tipo rurale (che non costituiscono abitazione principale)
0,81%
Aliquota per fabbricati rurali ad uso strumentale di cui all’art. 9, comma 3 bis, D.L. 557/93 convertito con modificazioni L. 26 febbraio 1994 n. 133 (interamente riservata allo Stato)
0,20%
Terreni Agricoli
0,81%
Immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibiti ad abitazione principale dei soci assegnatari e alloggi regolarmente assegnati dagli ex Istituti Autonomi per le Case Popolari
0,75%
Onlus ed Enti senza scopo di lucro comprese le II.PP.A.B. riordinate in Persone Giuridiche
0,51%
Botteghe storiche riconosciute dalla Regione Lombardia
0,86%
Abitazioni date in uso gratuito a parenti in linea diretta e collaterale fino al secondo grado (figli, genitori, fratelli, sorelle, nipoti-figli dei figli,nonni)
0,88%
Abitazioni non locate
1,05%
Opifici
0,96%
Negozi e botteghe
0,96%
Aree fabbricabili
0,96%
Fabbricati di categoria D/5 corrispondenti a “Istituti di credito, cambio ed assicurazioni”
1,06%
Fabbricati di categoria D di nuova costruzione, posseduti ed utilizzati dal medesimo soggetto esercente l’attività di nuova costituzione ovvero da altro soggetto giuridico esercente che diventi proprietario dell’immobile soggetto ad aliquota agevolata e che continui la stessa attività, destinati all’insediamento di nuove attività produttive a carattere industriale ed artigianale e relativi magazzini e depositi e a carattere terziario avanzato di cui al documento denominato “Pacchetto localizzativo di incentivi e agevolazioni rivolti alle attività produttive e del terziario avanzato che investono nel Comune di Cremona”. (Aliquota agevolata valevole fino a 5 anni dalla data di insediamento della nuova attività produttiva risultante da visura camerale) – (quota interamente riservata allo Stato)
0,76%
Fabbricati di categoria D dismessi che sono stati ristrutturati per essere destinati all’insediamento di nuove attività produttive a carattere industriale ed artigianale e relativi magazzini e depositi di cui al documento denominato “Pacchetto localizzativo di incentivi e agevolazioni rivolti alle attività produttive e del terziario avanzato che investono nel Comune di Cremona”, a condizione che siano posseduti ed utilizzati dal medesimo soggetto esercente l’attività di nuova costituzione ovvero da altro soggetto giuridico esercente che diventi proprietario dell’immobile soggetto ad aliquota agevolata e che continui la stessa attività. (Aliquota agevolata valevole fino a 5 anni dalla data di insediamento della nuova attività produttiva risultante da visura camerale) – (quota interamente riservata allo Stato)
0,76%

Recependo le indicazioni delle Linee Guida del “Pacchetto localizzativo di incentivi e agevolazioni rivolte alle attività produttive e del terziario avanzato che investono nel Comune di Cremona”, per quanto riguarda i fabbricati ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D di nuova costruzione e ristrutturati, all’interno di specifiche zone urbane, destinati all’insediamento di nuove attività produttive a carattere industriale, artigianale e terziario avanzato, vengono introdotte consistenti agevolazioni nella non applicazione della facoltà riconosciuta dalla legge ai Comuni di aumentare fino a 0,3 punti percentuali l’aliquota standard dello 0,76% (interamente destinata allo Stato), per incentivare tali tipologie di insediamenti.

Viene mantenuta un’aliquota ridotta rispetto all’aliquota di base:

- per le abitazioni cedute in locazione ai sensi della Legge 431/98 art. 2 comma 4, a titolo di abitazione principale, per favorire la realizzazione dell’accordo territoriale del Comune di Cremona sottoscritto dalle rappresentanze degli inquilini e dei proprietari per la determinazione di canoni di locazione agevolati.
- per gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibiti ad abitazione principale dei soci assegnatari e alloggi regolarmente assegnati dagli ex Istituti Autonomi per le Case Popolari, per non appesantire la pressione fiscale su queste tipologie di immobili.
- per le Onlus ed enti senza scopo di lucro comprese le II.PP.A.B. riordinate in persone giuridiche di diritto privato al fine di agevolare questa tipologia di contribuenti in considerazione della particolare attività svolta.
- per le botteghe ed attività storiche riconosciute dalla Regione Lombardia, per incentivare la prosecuzione di tali attività.
- per le abitazioni date in uso gratuito a parenti in linea diretta o collaterale fino al secondo grado a salvaguardia di un’imposizione fiscale ridotta per tali fattispecie di immobili.
- per gli opifici e per i negozi e botteghe per non aumentare ulteriormente la pressione fiscale sul settore industriale, commerciale ed artigianale.
- per le aree fabbricabili, al fine di alleggerire il carico tributario su questa tipologia di immobili.
- per le abitazioni di tipo rurale che non costituiscono abitazione principale, per non aumentare la pressione fiscale sugli operatori del settore agricolo.

E’ prevista una maggiorazione dell’aliquota rispetto a quella di base:

- per le abitazioni non locate per disincentivare la mancata locazione delle stesse.
- per gli immobili appartenenti alla categoria catastale D5 – Istituti di credito, cambio e assicurazione (con fine di lucro) – per aumentare gli introiti derivanti da questa categoria di contribuenti in considerazione delle capacità economiche della stessa.

Gli effetti delle presenti modifiche alle disposizioni regolamentari decorrono dal 1° gennaio 2013.

Verifica, ai sensi dell’art. 14 del D.L. 28 febbraio 1983 n° 55, convertito con modificazioni nella Legge 26 aprile 1983 n° 131, della quantità e della qualità di aree e fabbricati che potranno essere ceduti in proprietà o in diritto di superficie e determinazione dei prezzi di cessione per l’anno 2013.

Il Consiglio Comunale, per quanto previsto dall’art. 172 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n° 267, ha deliberato, con 21 voti a favore e 13 contro, la verifica della quantità e della qualità delle aree da destinare alla residenza, alle attività produttive e terziarie, ai sensi delle Leggi 18 aprile 1962 n° 167 e 5 agosto 1978 n° 457, dalla quale si rileva che il Comune di Cremona ha assegnato, nella annualità precedenti, tutte le aree disponibili a tali destinazioni. Con questo provvedimento si prende atto che, per l’anno 2013, non vi è disponibilità di aree da cedere in proprietà o per la costituzione di diritti di superficie a favore di operatori.
Approvazione del Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni di immobili facenti parte del Patrimonio Comunale per l’anno 2013.

Con 21 voti a favore e 13 contro, il Consiglio Comunale ha approvato, in base a quanto previsto dal vigente regolamento per la disciplina dei contratti, il Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni degli immobili che fanno parte del patrimonio comunale per l’anno 2013 dove sono elencati gli immobili per i quali si darà corso alla procedura di vendita o di costituzione di diritti di superficie (si veda allegato).

Approvazione del Bilancio di Previsione 2013 e relativi allegati: Relazione Previsionale e Programmatica e Bilancio Pluriennale 2013/2015.

Il Consiglio Comunale, con 21 voti a favore e 13 contro, ha approvato il Bilancio di previsione per l’anno 2013 come di seguito sinteticamente riportato:
ENTRATE

COMPETENZA

SPESE

COMPETENZA

Titolo I – Entrate tributarie
56.751.500,00
Titolo I – Spese correnti
79.673.700,00

Titolo II – Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri enti pubblici, anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate dalla Regione
6.384.100,00

Titolo II – Spese in conto capitale
8.932.000,00

Titolo III – Entrate extratributarie
18.517.800,00

Titolo IV – Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti
8.743.000,00

Totale entrate finali
90.396.400,00
Totale spese finali
88.605.700,00

Titolo V – Entrate derivanti da accensioni di prestiti
30.189.000,00

Titolo III – Spese per rimborso di prestiti
31.979.700,00
Titolo VI – Entrate da servizi per conto di terzi
13.156.000,00
Titolo IV – Spese per servizi per conto di terzi
13.156.000,00
Totale
133.741.400,00
Totale
133.741.400,00
Avanzo di amministrazione
0,00
Disavanzo di amministrazione
0,00
Totale complessivo entrate

133.741.400,00
Totale complessivo spese

133.741.400,00

RISULTATI DIFFERENZIALI

Competenza
A)
Equilibrio economico finanziario

Entrate Titoli I – II – III -
(+)
81.653.400,00

Spese correnti
(-)
79.673.700,00

Differenza
(+)
1.979.700,00

Quote di capitale ammortamento dei mutui e altre passività

(-)

1.979.700,00

Differenza
(+)
0,00
B)
Equilibrio finale

Entrate finali (av. + titoli I+II+III+IV)
(+)
90.396.400,00

Spese finali (disav. + titoli I+II)
(-)
88.605.700,00

Saldo netto da impiegare
(+)
1.790.700,00
Sono stati inoltre approvati la Relazione Previsionale e Programmatica ai sensi dell’art. 170 del Decreto Legislativo. 18 agosto 2000, n. 267; il Bilancio Pluriennale 2013/2015, ai sensi art. 171 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267; il prospetto delle previsioni di competenza e di cassa rilevanti ai fini del Patto di Stabilità Interno 2013/2015.

Il Consiglio ha quindi dato atto che: il limite massimo della spesa annua per incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, è fissato in 547.900,00 euro come da deliberazione del Consiglio Comunale n. 57 del 19 dicembre 2012; l’Ente non detiene strumenti finanziari derivati; il Bilancio di Previsione 2013 è stato redatto in conformità e con l’applicazione delle norme citate nella parte normativa.

Approvazione del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2013-2015 e del relativo elenco dei lavori per l’anno 2013 (art. 128 Decreto Legislativo n° 163/2006).

Con 21 voti a favore e 13 contrari, il Consiglio Comunale ha approvato il Programma Triennale 2013-2015 e l’elenco dei lavori per l’anno 2013 (si veda allegato).

*Entrando nel merito delle questioni calde che interessano i Comuni, il neo presidente ha sottolineato come sia “indispensabile invertire la rotta per ottenere risposte non più rinviabili”, nello specifico su patto di stabilità e tassazione locale. Sul primo versante Fassino chiederà “decisioni nuove, perché così com’è, il Patto si è trasformato in una prigione che mortifica i Comuni, la loro autonomia e capacità di governo. Un Patto che non distingue tra spesa corrente e spesa per gli investimenti – ha detto – è una norma contraddittoria che va cambiata”. Sulla tassazione locale, poi, il giudizio è netto: “E’ sottosopra. Approveremo i bilanci quando avremo speso nove dodicesimi delle risorse previste. Inoltre non sappiamo quale configurazioni avranno Imu e Tares. Occorrono quindi risposte certe e chiarezza per superare l’attuale quadro confuso”. Sempre sulla tassazione locale, Fassino ha poi ricordato come “sono 12 anni che si chiede di risolvere i problemi dei conti pubblici caricando gli enti locali di tagli. Sono 12 anni che si chiede ai Comuni quello che invece non e’ stato chiesto alle amministrazioni centrali’. Fassino ha spiegato che ‘siamo al punto limite. Negli ultimi 18 mesi ci sono stati 16 decreti che hanno inciso sulla spesa delle ammministraioni municpali e soprattutto sulla loro autonomia’.


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