L'Italia ha tempo fino al 1 settembre di quest'anno per fornire informazioni su come intende risolvere la questione dell'allocazione delle frequenze televisive, sollevata dalla sentenza Centro Europa 7, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato il 7 giugno del 2012 il nostro Paese per non aver permesso a questa televisione di andare in onda tra il 1999 e il 2009.
A stabilirlo è stato il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa in una decisione adottata oggi. Nel testo si afferma che il comitato «è preoccupato per il fatto che le autorità italiane non hanno ancora fornito alcuna informazione su come intendono risolvere i problemi sollevati dalla sentenza inerenti le leggi introdotte per riallocare le frequenze per i canali televisivi». Il comitato chiede quindi al governo di fornire un piano d'azione o un rapporto sulle misure prese al più tardi entro il 1 settembre.