LIBRO comprato quasi per caso, mi sento di consigliarlo: è piacevolissimo leggerlo ed in certi punti è addirittura avvincente, divertente ed esilarante. Forse il capitolo meno riuscito è quello sui tulipani... Un bel racconto quello sulle mele, interessante ed anche un pò inquietante quella sulle patate, illuminante e divertente quella sulla marijuana. Michael Pollan, sei un mito!!!
Rivoluzionando del tutto la visione comune del rapporto uomo/ pianta, Michael Pollan meraviglia il lettore con questo saggio dove i veri protagonisti sono i desideri. Le piante diventano portavoce dei loro bisogni e della loro necessità di avere spazio nel mondo, come ogni essere vivente. Dal Kazakhstan all'Olanda, dall'Ohio all'Irlanda fino al nostro giardino di casa, l'autore narra in un entusiasmante viaggio tra storia e passioni umane, le vicende che hanno modellato il nostro legame con il mondo vegetale.
Siamo davvero noi a scegliere una specie piuttosto che un'altra, siamo davvero così padroni del nostro destino?
Dolcezza, bellezza, ebbrezza e controllo, ognuno di questi bisogni/ desideri è legato ad una delle piante che maggiormente lo rappresenta: mela, tulipano, cannabis e patata eccole sotto una luce in cui non li avremmo mai pensati di vedere.
Noto giornalista, Michael Pollan insegna giornalismo all'Università di Berkeley, in California. Le sue opere "La botanica del desiderio", "Il dilemma dell'onnivoro" e "In difesa del cibo" sono apprezzate e tradotte in innumerevoli lingue.
"I primi semi di questo libro - afferma- sono stati piantati nel mio giardino, mentre stavo seminando davvero [...] nei pressi di un melo in fiore che vibrava tutto di api. E mi sono ritrovato a pensare: Qual è la differenza esistenziale tra il ruolo dell'essere umano e quello dell'ape in questo o in qualsiasi altro giardino?"
"Sono stato io a scegliere di piantare questa patata, o è lei che ha scelto me? Ricordo il momento preciso in cui quel tubero mi ha sedotto, ostentando il proprio fascino bitorzoluto tra le pagine di un catalogo di sementi. Credo che la definizione fatale sia stata: "polpa gialla e burrosa". Si è trattato di un evento banale, solo in parte consapevole, non pensavo che il nostro incontro via catalogo avesse una qualche conseguenza evolutiva."
Così pensa e scrive Michael Pollan, giornalista e docente cinquantenne statunitense, un simpaticissimo aspetto da airone non grazioso ma un autentico talento per la divulgazione in materia di cibo, produzione alimentare, nutrizione