attribution: European Council.
A coloro i quali ancora pensino che gli Europei abbiano poco in comune, pochi stimoli a stare insieme, si potrebbe agevolmente rispondere che un dato unisce moltissimi abitanti del vecchio continente, senza distinzione territoriale: la disoccupazione.
Un dato drammatico, ma sufficiente a ritenere che vi sia almeno una ragione per prendere decisioni politiche comuni circa un problema unico, endemico.
La questione è sotto la lente di ingrandimento del Consiglio europeo di ieri e oggi che, appunto, cerca una mediazione in seno all’organo le cui decisioni rappresentano l’indirizzo politico più elevato a cui gli altri organi debbono attenersi nello svolgimento delle politiche quotidiane.
Così, i 27 Capi di Stato o di Governo provano a ribaltare il paradigma del rigore tout court, che evidentemente non ha prodotto i risultati sperati. Ieri è stato il giorno delle parti sociali, tra cui Emma Marcegaglia. Oggi si entra nel vivo della discussione.
Letta prova a guidare gli altri leader intenzionati a chiedere riforme, investimenti e progressione dal punto di vista dell’integrazione, forte anche della risoluzione approvata da Camera e Senato, di cui assai poco si è parlato: in questo documento il Parlamento invita a procedere verso “il semestre costituente”, seriamente intenzionata a incontrare delegazioni degli altri Parlamenti e del Parlamento europeo per procedere verso l’unione bancaria, fiscale, di bilancio e politica.
Queste condizioni si verificano in un periodo particolarmente favorevole, se esisterà la volontà politica: il semestre in cui la presidenza del Consiglio sarà italiana e le elezioni del Parlamento europeo di Maggio 2014.
Intanto, i parlamentari europei verosimilmente approveranno il bilancio; il loro veto di qualche mese fa in risposta ai primi tagli al bilancio europeo, per la verità già molto ristretto, è stato sbloccato dai leader europei; permangono i tagli, tuttavia si apre a maggior flessibilità negli investimenti, specie su lavoro e crescita. Ossigeno, per un quarto della popolazione europea tra i 18 e i 25 anni che oggi è senza lavoro.
Il presidente Schulz fa sapere che queste sono le condizioni minime richieste e nulla più; tuttavia, la maggioranza sarà disposta ad approvare ora il bilancio, così come modificato.
Articolo di Lorenzo Berto