La storia del consorzio agrario di Cremona:
Il Consorzio Agrario di Cremona nacque il 31 ottobre del 1896, un gruppo di 47 lungimiranti agricoltori cremonesi, guidati dal professor Antonio Sansone, titolare della Cattedra Ambulante di Agricoltura, studioso dei problemi agricoli e promulgatore di forme più estese di cooperazione, costituì la “Società Cooperativa di Consumo fra gli Agricoltori della Provincia di Cremona” con lo scopo di migliorare l’agricoltura, di portare benessere alle classi sociali, acquistando e distribuendo ai soci tutte le merci, i prodotti e gli attrezzi necessari, e di fungere da intermediario per le vendite agricole e dei soci.
Da questo momento in avanti il Consorzio Agrario Provinciale di Cremona (C.A.P.) iniziò a rappresentare un punto di riferimento per il mondo agricolo cremonese, facendo sentire la propria influenza come moderatore dei prezzi, combattendo la speculazione, agevolando la distribuzione, la raccolta e la vendita delle merci e, infine, facilitando il contatto con gli agricoltori.
Ed è proprio da questo periodo storico che la tradizione agricola della provincia cremonese e la storia del Consorzio Agrario di Cremona si intrecciano.
Il 15 giugno 1925, dopo quasi trent’anni di attività e di continua espansione, l’azienda venne iscritta per la prima volta nel registro delle ditte della Camera di Commercio di Cremona.
Le prime attività importanti del consorzio furono: la fornitura di concimi, nonché la promozione e la diffusione delle tecniche di concimazione; l’addestramento al corretto uso delle sementi, per le quali vengono avviati i primi impianti di selezione con contratti di moltiplicazione presso i soci; la tendenza alla ricerca che induce l’azienda alla costruzione del primo laboratorio di analisi, allorquando intere province ne erano completamente sprovviste.
Sebbene tutte queste attività rivestissero un ruolo di primaria importanza, le intuizioni più fortunate del Consorzio Agrario riguardarono, e riguardano tuttora, il campo della zootecnica.
Il C.A.P. decise, pertanto, di concentrare i maggiori sforzi finanziari e di ricerca nell’attività di fabbricazione e vendita dei mangimi; nel 1928 produsse, primo in Italia, un mangime su base industriale destinato prevalentemente alle vacche da latte, chiamandolo “Lattogeno” e brevettandone il nome.
Nonostante il grande successo riscontrato dal nuovo mangime, il periodo tra le due guerre fu molto difficile per il Consorzio.
A conclusione della seconda guerra mondiale, il C.A.P. di Cremona ricominciò a farsi promotore di iniziative divulgative e di interventi in campo tecnologico, con la costruzione di nuovi stabilimenti in sostituzione di strutture obsolete.
La sensibilità verso le nuove tecnologie e la loro costante ed immediata applicazione nel settore agro-zootecnico, ha determinato la straordinaria espansione del Consorzio, che ha raggiunto il suo culmine nella pianificazione, a metà degli anni ottanta, di un polo industriale, sito in un’area di 72.000 metri quadrati di fronte al canale navigabile di Cremona, dotato di tutte le più moderne attrezzature, realizzate secondo i più innovativi criteri.
La costruzione di questa struttura all’avanguardia, avviata progressivamente dai primi anni ’90, ha permesso all’azienda di raggiungere, nella fabbricazione dei mangimi, livelli di eccellenza tali da farle ottenere, nel 1995, primo mangimificio in Italia, la certificazione ISO 9002.
Il 29/04/2000 a seguito delle variazioni statutarie imposte dalla legge sui Consorzi Agrari, la cooperativa acquisisce la nuova denominazione: “Consorzio Agrario di Cremona”.
Attualmente le attività aziendali sono articolate in numerosi rami di produzione industriale, integrati con la commercializzazione di innumerevoli prodotti e servizi fondamentali e/o complementari all’agricoltura, gestiti territorialmente in esclusiva dal Consorzio.
Più in dettaglio evidenziamo la produzione e la vendita di mangimi semplici e composti, la vendita di concimi e fitofarmaci, di sementi, di macchine ed attrezzature agricole ed infine la vendita di carbolubrificanti agevolati, oltre a offrirsi come agente assicurativo della società F.A.T.A. Assicurazioni.
Il consorzio agrario di Cremona oggi
Lo svolgimento delle attività del consorzio agrario di Cremona è possibile grazie alla presenza di una struttura organizzativa e produttiva articolata, frutto di più di un secolo d’espansione, distribuita attualmente sull’intero territorio della provincia di Cremona e parte di quello bresciano.
Il consorzio agrario di Cremona è attualmente costituito da:
- Sede centrale (Cremona, Via C. Monteverdi 17): Presidenza, Direzione, uffici commerciali, amministrazione, agenzia F.A.T.A. Assicurazioni
- Polo industriale situato presso il Porto Canale di Cremona: mangimificio, impianto fiocchi, silos portuali, centro essiccazione e stoccaggio
- Quattro Filiali: Cremona – Cavatigozzi, Capralba, Cà d’Andrea, Soresina
- Depositi carburante : Malagnino e Casalmaggiore
- Deposito concimi e antiparassitari: Soresina
- Impianti di essiccazione cereali: Cremona – Porto Canale, Scandolara Ravara, Castelponzone, Soresina, Cavatigozzi, Cà d’Andrea
- Un impianto di raccolta, essiccazione e stoccaggio fieno (erba medica): Cà d’Andrea
- Due officine per riparazione e allestimento macchine agricole: a Cremona (Via Delle Vigne 210) e a Capralba
- Due concessionarie di macchine agricole: a Cremona (New Holland) e a Capralba (CASE IH) e ae
- Diciannove tra Agenzie e magazzini di stoccaggio, distribuite nella provincia di Cremona e di Brescia
- Due agenzie F.A.T.A. Assicurazioni (Cremona e Crema) ed una subagenzia (Casalmaggiore)
L’opificio costruito al Porto Canale è una struttura di respiro europeo, dotata di tecnologie all’avanguardia le cui strutture sono costantemente sottoposte ad un processo di modifica ed espansione. Ne fanno parte, silos, essiccatoi di diversa tipologia e capienza, linee di insacco, pesatura, cartellinatura, e pallettizzazione in silos e magazzino, una palazzina per uffici e un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche. La capacità di stoccaggio di cereali qui concentrata è di 35.500 ton.,mentre le restanti strutture di supporto distribuite nella provincia, ne garantiscono una raccolta ed immagazzinamento pari a 105.000 ton. L’area del Porto Canale dispone inoltre, di una banchina per lo sbarco diretto delle chiatte, sulle quali viaggiano materie prime destinate alla produzione di mangimi. Tale sistema di trasporto via acqua (attraverso i porti di Chioggia e Venezia), consente una maggiore economicità, nonché la sottrazione dalle strade di diverse decine di autotreni per ogni carico.